Visualizzazioni totali

giovedì 30 dicembre 2010

esterno giorno!


Ritorno da una uggiosa trasferta.
Il freddo, il gelido vento sul volto al mattino presto, mi hanno svegliato.

La giornata è diventata ovattata al ritorno

è una giornata che mi avrebbe fatto chiudere gli occhi sul treno mentre leggo dandolato dal vagone,
e gli altri parlano e io ascolto e non ascolto,
di tanto in tanto sposto il segnalibro ,
e intanto mi lascio portare verso casa.

fsn

domenica 26 dicembre 2010

fumetto ......niente più niente meno!

Nella nostra società la gente ha la pancia piena di cibo adulterato e la testa piena di pensieri sempre più lontani dalla realtà.

Perfino quel che sognamo, la vita a cui aspiriamo, i sentimenti che crediamo di avere sono influenzati distorti, piegati dalla logica del mercato e dello spettacolo.


Per quanto mi sforzi di guardare poca tv e di leggere molto, anche io vivo immerso in questo mare d'apparenza, da cui è impossibile uscire immuni..... 

venerdì 24 dicembre 2010

Procedura civile true romance!!


 Ero rimasto solo in casa quella sera di giugno.
Il mio compleanno era molto vicino e io il giorno dopo dovevo sostenere l’esame di procedura civile.
Le novelle sulla difficoltà  dell’ esame e sul professore avevano raggiunto toni leggendari.
Studenti che avevano ripetuto l’esame  6-7 volte.
Io come al solito nella incoscienza di essere me stesso, non avevo mai assistito ad una lezione, anzi il professore non lo avevo nemmeno mai visto
Mesi prima avevo messo la testa dentro l’aula durante una sessione di esame, subito ritirata indietro perchè uno studente si era alzato dalla sedia per chiedermi di studiare insieme a lui. Alla  sua domanda non risposi, la mia mente era occupata a chiedersi ” ma come??? con tutte le ragazze che ci sono qui questo che fa?? Lo chiede a me?”
L’ingenuità di allora.
Si diceva che i non frequentanti non avrebbero mai preso più di 24-25 e che comunque mai un "non frequentante" avrebbe superato la prova al primo colpo.
Così quella sera in casa, solo, "me stesso" era diviso tra due pensieri.
Da una parte il mio io positivo mi ripeteva “ lo passi sicuro, perchè non dovresti? Sei mai bocciato quando hai studiato??. No!!! Beh è un esame e niente più e te sei uno studente e niente meno." L’altra, il lato B ripeteva” certo sei un incosciente, c’è gente che prende tutte le domande da anni per passarlo, e te vai lì senza conoscere nemmeno la faccia del prof, come pensi di passare “ e io mi rispondevo qualcosa faccio.
I pensieri mi tormentavano, e l’essere solo non facilitava il proseguo della serata.
Presi in mano una videocassetta  Una vita al massimo, la prima sceneggiatura di Tarantino, ancora sconosciuto, diretto da Tony Scott.Un capolavoro.
Sulla scena di Hopper che parla con il boss della mafia Walken, sulla origine negra dei siciliani la mente aprì il sipario e io capii.
Non capii cosa capii, ma le mie due metà si fusero in una sola e si sciolsero in una calma atavica
L’esame  era scomparso e io ero Clarence in fuga con Alabama,
Avevo vicino a me il fantasma di Elvis che mi ammoniva come una sorta di grillo parlante
Così mi addormentai  come un bambino cullato dalla madre.
In aula avevo in mente soltanto le parole di Don Vincenzo al padre di Clarence

 




  • Worley: Hm... Sa, io leggo molto, soprattutto libri di storia. Li trovo affascinanti. È un fatto, forse lei non lo sa, che i siciliani discendono dai negri.
    Don Vincenzo: ...sul serio? Eh eh eh...
    Worley: Eh eh eh, si! Sì, è dimostrato, davvero! Il sangue siciliano è mescolato al sangue negro.
    Don Vincenzo: Ah, avete sentito?
    Worley: Eh, se non ci crede può andare a controllare. Molte centinaia di anni fa i Mori conquistarono la Sicilia: e i Mori erano negri.
    Don Vincenzo: Ah si?
    Worley: A quei tempi i siciliani erano come gli Italiani del nord: occhi azzurri e capelli biondi, ma... ma poi arrivarono i Mori... e le cose cambiarono. I Mori scoparono tanto con le donne siciliane, hm?, che i loro geni finirono col prevalere. Ecco perché da capelli biondi e occhi azzurri si passa a capelli neri e pelle scura.
    Don Vincenzo: Ah!
    Worley: Beh è stupefacente, se si pensa che, che al giorno d'oggi, centinaia di anni dopo, i siciliani portano ancora il gene dei negri.
    Don Vincenzo: Hhhh ah ah ah ah ah!
    Worley: No, dico davvero! Davvero, sto citando i libri di storia! È documentato! È storia, è documentato!
    Don Vincenzo: Com'è simpatico, eh!
    Worley: Sì... sì...
    Don Vincenzo: Davvero...
    Worley: Sì, i suoi antenati erano negri! Eh?
    Don Vincenzo: Ah ah ah!
    Worley: E la sua bis-bis-bis-bis-bisnonna ha scopato con un negro, eh?, eh? e ha partorito un negretto! Ora, questa è una bella storia. Mi dica: ho mentito?
    Don Vincenzo: No...
    Worley: Perciò, lei è un bastardo.
    Don Vincenzo: Ah ah ah! Che bravo, eh?
    Worley: Eh? Negro! Negro, negro!
    Don Vincenzo: E questa è storia, ah ah ah! Che divertente, davvero! [Lo bacia] È fantastico, davvero, sì! La pistola [rivolto sottovoce a Lenny]. Ah ah ah! [Gli spara tre colpi] È dall'84 [spara] che non uccidevo nessuno [spara altri due colpi]. Poi vengo a casa di questo commediante, per scoprire dov'è quello stronzo di suo figlio, e devo subire gli insulti di questo figlio di puttana.
    Luca: Frank, che ci disse?
    Frankie: Disse che i siciliani sono negri e Don Vincenzo 'o 'mmazzò
    Luca: Ah. E bbono fece.
    Don Vincenzo: Questa famiglia del cazzo l'anniento. [Sputa sul cadavere]



E tra me ridevo, non ero nemmeno preoccupato del fatto che dell’esame non mi fosse rimasto niente.
Alla prima domanda il sipario si apre e io davanti a me non avevo più Il professore avevo Don vincenzo ma stampata nella mente avevo tutta la procedura articolo per articolo.
Presi il voto più alto da non frequentante della facoltà da non so quanto tempo.
E andando via mi ripetevo le parole di Elvis, o forse era lui a ripetermele, “tu mi sei simpatico, mi sei sempre piaciuto, e mi piacerai sempre.”
I love cinema
 
fsn

 
 

giovedì 23 dicembre 2010

L'anno che verrà!


E' stato un anno pieno di cose
così di corsa che sembra
quasi non essere nemmeno mai iniziato.
Sarà per questo che mi pare di essere rimasto indietro di alcuni mesi.
Il tempo è scivolato via
come un palloncino dalle mani di un bambino.
I mesi e i giorni hanno perso i contorni
avvolti dalla nebbia di questi ultimi giorni,
lasciando spazio a nuove possibilità
e a confini dai colori più vivi. 
Seguo la strada che mi si forma davanti,
ne seguo il sentiero raccogliendo i sassi come pollicino,
magari mi porterà proprio dove voglio.
Intanto fuori piove,
il rumore della pioggia
mi disegna una sottile allegria.
Il nuovo anno bussa alla porta
ed io con un sorriso
la apro.

fsn

 

martedì 21 dicembre 2010

DIXIT!


«Un giorno, dopo un brutto fallo ricevuto, l'autore del fallo (un certo Jorge Valdano) mi accusò di simulazione.

Al che io gli dissi: "Quanti anni hai, ragazzo?".

Lui con aria seccata rispose: "20 anni".

"
A 20 anni, a Johan Cruijff.. si da del lei"».

 

lunedì 20 dicembre 2010

Fairytale Of New York

 

Fairytale Of New York

Pogues
 






It was christmas eve babe
in the drunk tank
an old man said to me
won`t see another one
but then they sang a son
the rare old mountain dew
I turned my face away
and dreamed about you
Got on a lucky one
came in eighteen to one
I´ve got a feeling
this year´s for me and you
so happy christmas
I love you baby
I can see another one
where all our dreams come true.

They got cars big as bars
they got rivers of gold
but the wind goes right through you
it´s no place for the old
when you first took my hand on a cold christmas day
you promised me broadway was waiting for me
You´re handsome you´re pretty
queen of new york city
when the band finished playing they hold out from more
Sinatra was swinging all the drunks they were singing
we kissed on a corner
and danced through the night.

And the boys from the NYPD choir were singing Galway
Bay
and the bells were ringing out
for christmas day.

You´re a bum you´re a punk
you´re an old slut on junk
lying there almost dead on a drip in that bed
You scambag you maggot
you cheap lousy fagott
happy christmas you arseI pray god it´s our last.

And the boys of the NYPD choir were singing Galway Bay
and the bells were ringing out
for christmas day.

I could have been someone
well so can everyone
you took my dreams from me
when I first found you
I took them with me babe
I put them with my own
can´t make it all alone
I´ve built my dreams around you

And the boys of the NYPD choir were singing Galway Bay
and the bells were ringing out
for christmas day.

 





Favola Di Natale



Era la vigilia di Natale, cara
Nella camera degli ubriachi***
Un vecchio mi disse
Non ne vedrai un altro
Ma poi cantarono una canzone:
''The Rare Old Mountain Dew'' ****
Ho voltato il viso
E ti ho sognata
È andata bene
Entrarono diciotto a uno
Ho la sensazione
che quest'anno sia per te e me
e allora buon natale
ti amo baby
ne vedo un altro
dove si avverano tutti i nostri sogni.

Hanno macchine grandi come bar
Hanno fiumi d'oro
Ma il vento ti passa attraverso
Non è un posto per i vecchi
Quando all'inizio mi prendesti per mano
In un freddo giorno di natale
Mi assicurasti che broadway aspettava me
Sei bella, sei carina
Regina di new york
Quando la band smise di suonare, ne chiesero ancora
Sinatra dondolava, gli ubriachi cantavano
Ci baciammo in un angolo
E ballamo nella notte

E i ragazzi del coro NYDP cantavano Galway Bay*
E le campane risuonavano
Per il giorno di natale

Sei un barbone, sei un teppista
Sei una vecchia troia drogata
Li' sdraiata quasi morta con la flebo in quel letto
Tu ladro tu bruco
Tu piccolo insignificante frocio
Buon natale coglione, prego Dio che sia l'ultimo per
te**

E i ragazzi del coro NYDP cantavano La Baia Di Galway
E le campane risuonavano
Per il giorno di natale

Avrei potuto essere qualcuno
Bè, chiunque potrebbe esserlo
Mi togliesti i sogni
Quando all'inizio ti trovai
Li ho presi con me, baby
Li ho messi con ciò che mi appartiene
Non posso farcela da solo
Ho costruito i miei sogni intorno a te

E i ragazzi del coro NYDP cantavano La Baia Di Galway
E le campane risuonavano
Per il giorno di natale


 



 

domenica 19 dicembre 2010

FSN E MARK!

 Finalmente ho decorato il mio corpo. Ne sono molto contento.
Credo che la stessa cosa la dovrebbe fare anche il mio compagno di squadra Mark Lenders. Certo, in quanto prototipo del tamarro, un gattino non sarebbe indicato, ma credo che, visto il suo gusto estetico, saprebbe trovare quello che sarebbe più adatto.
Il povero Mark non ha avuto un infanzia facile. E per questo cerco di dargli una mano.
Nato "nero" in una famiglia giapponese da centinaia di generazioni, è stato fin dalla nascita oggetto di studi scentifici. La madre ha sempre negato rapporti extraconiugali attribuendo il colore della pelle di Mark alle numerose lampade che in quel periodo si stava facendo per partecipare al concorso Miss lampada Giappone.
Il marito non  aveva motivi per dubitare il contrario, sapendo che sua moglie non si allontanava da casa se non appunto per andare a farsi le lampade da Matsugoro Sakurambo detto l'africano, strano giapponese senza occhi a mandorla, con i capelli ricci(mai visto un giapponese con i capelli ricci) e un enorme naso forato da un campanello d'oro.
L'emarginazione che il colore della pelle provocò, spinse Mark a abbracciare la filosofia del bullo di periferia.
Si vestì di conseguenza.
Maglia a maniche corte arricciate, si dice per nascondere fin dall'età di 3 anni un pacchetto di Malboro, ma nessuno ha mai visto cosa ci sia in realtà. Jeans sdruciti e capelli lunghi fino agli occhi tanto da coprirne uno solo.
A scuola il povero Mark non è mai stato una cima, tanto da abbondarla per dedicarsi al gioco del calcio spinto da un barbone alcolizzato che si fingeva un allenatore e che stranamente feceva allenare Mark in riva al mare con un pallone da 5 KG colpendolo con un bastone sulla schiena tutte le volte che cercava di riposare, per poi tirarlo su con massiccie dosi di alcol.
Il barbone insegnò a Mark che nel calcio come nella vita quello che conta è fare tutto da soli e mandare tutti gli avversari in ospedale, per poi vincere 2-0 a tavolino per mancanza di avversari.
Ben presto applicò gli insegnamenti nelle partite diventando un idolo per tutti i giapponesi che adesso si tingono la faccia di nero e si arricciano le maniche delle magliette, tanto da eleggerlo icona tamarra del Giappone.
Chissà se si facesse un tatuaggio che successo....
fsn

martedì 14 dicembre 2010

Dedicato!

........hai molte pagine da aprire
di un libro che ho già letto e
che tu devi ancor scoprire,
ma quando capirai che cerchi un libro che non c'è,
allora
ti ricorderai
di me...


F.G.

venerdì 10 dicembre 2010

Chiuse le Camere del Parlamento fino al 14 dicembre.
Cosa mai vista nemmeno per delitti politici.
E' possibile che nessuno del PD abbia detto niente al riguardo.
SILENZIO.
E' possibile che si vada a criticare Renzi perchè ha dato una  mano a Napoli e all'Italia
accordandosi con il Presidente del Consiglio per l'utilizzo di tre compattatori per i rifiuti.
O che si imponga allo stesso di parlare con Berlusconi no ad Arcore ma a Palazzo Chigi, deserto adesso.
Poi ci si domanda perchè l'Italia sia in mano a Brelusconi o di chi sia la colpa.

mercoledì 8 dicembre 2010

peter o fsn?


Leggere qualcosa che ti descriva così bene senza che in realtà lo scittore pnsi a te, anzi nemmeno sappia che esisti. Lascia senza fiato.
Passano gli anni e invece di 10 sono molti di più, ma trovi qualcosa di diverso?
no , assolutamente no.
Come allora mi capita di assentarmi, da tutto e da tutti. E come alllora gli altri si domandano cosa stia pensando e che mi stia succedendo.


Due parole su Peter



Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi



dicevano che era un bambino difficile. Lui però



non capiva in che senso. Non si sentiva per niente



difficile. Non scaraventava le bottiglie del latte



contro il muro del giardino, non si rovesciava



in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue,



e neppure se la prendeva con le caviglie di sua nonna



quando giocava con la spada, anche se ogni



tanto aveva pensato di farlo. Mangiava di tutto,



tranne, s’intende il pesce, le uova, il formaggio e



tutte le verdure eccetto le patate. Non era più rumoroso,



più sporco o più stupido degli altri bambini.



Aveva un nome facile da dire e da scrivere e



una faccia pallida e lentigginosa, facile da ricordare.



Andava tutti i giorni a scuola come gli altri e



senza fare poi tante storie. Tormentava sua sorella



non più di quanto lei tormentasse lui. Nessun



poliziotto era mai venuto a casa per arrestarlo.



Nessun dottore in camice bianco aveva mai proposto



di farlo internare in un manicomio. Gli pareva,



tutto sommato, di essere un tipo piuttosto facile.



Che cosa c’era in lui di così complicato?



Fu solo quando era ormai già grande da un pezzo



che Peter finalmente capì. La gente lo considerava



difficile perché se ne stava sempre zitto. E a



quanto pare questo dava fastidio. L’altro problema



era che gli piaceva starsene da solo. Non sempre



naturalmente. Nemmeno tutti i giorni. Ma per



lo più gli piaceva prendersi un’ora per stare tranquillo



in qualche posto, che so, nella sua stanza,



oppure al parco. Gli piaceva stare da solo, e pensare



i suoi pensieri.



Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che



cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci



anni. Ed è impossibile sapere di una persona che



cosa pensa, se quella persona non lo dice. La gente



vedeva Peter sdraiato per terra un bel pomeriggio



d’estate, a masticare un filo d’erba o a contemplare



il cielo. «Peter! Peter! A che cosa pensi?»



gli domandavano. E Peter si rizzava a sedere di soprassalto



dicendo: «A niente. Davvero!» I grandi



sapevano che nella sua testa qualcosa doveva pur



esserci, ma non riuscivano né a vedere né a sentire



che cosa. Dirgli di smettere non potevano, non



sapendo che cosa stesse facendo. Magari stava pensando



di dare fuoco alla scuola, o di dare sua sorella



in pasto a un alligatore, o di scappare di casa



a bordo di una mongolfiera, ma loro non vedevano



altro che un ragazzino tutto preso a contemplare



il cielo senza battere ciglio, un ragazzino che,



se qualcuno lo chiamava, neppure rispondeva.



Quanto a stare per conto suo, be’, neanche quello



ai grandi andava giù. A mala pena sopportano



che lo faccia uno di loro. Se ti unisci alla compagnia,



la gente sa che cosa ti passa per la mente. Perché



è la stessa cosa che sta passando per la mente



degli altri. Se non vuoi fare il guastafeste, devi



unirti alla compagnia. Ma Peter non la pensava così.



Non aveva niente in contrario a stare con gli al-



tri quando era il caso. Ma la gente esagera. Anzi,



secondo lui, se si fosse sprecato un po’ meno tempo



a stare insieme e a convincere gli altri a fare lo



stesso, e se ne fosse dedicato un po’ di più a stare



da soli e a pensare a chi siamo e chi potremo essere,



allora il mondo sarebbe stato un posto migliore,



magari anche senza le guerre.



A scuola Peter spesso lasciava Peter seduto nel



banco, mentre la sua mente partiva per lunghi



viaggi, ma anche a casa gli era capitato di avere



delle noie per quei sogni a occhi aperti. Un Natale



il padre di Peter, Thomas Fortune, stava sistemando



le decorazioni in soggiorno. Detestava fare



quel lavoro. Diventava sempre di cattivo umore.



Quella volta, doveva attaccare dei nastri in alto



in un angolo. Be’, proprio in quell’angolo c’era una



poltrona e seduto su quella poltrona a fare niente



di speciale, c’era Peter.



– Non ti muovere, – disse Mr Fortune. – Adesso



salgo sulla poltrona per arrivare al muro.



– Va bene, – disse Peter. – Fa’ pure.



Ed ecco Mr Thomas Fortune salire sopra la poltrona,



e Peter salire in groppa ai suoi pensieri. A



vederlo si sarebbe detto che non faceva nulla, ma



in realtà era occupatissimo. Si stava inventando



un modo emozionante di scendere dalle montagne



con un attaccapanni e una corda ben tesa tra due



pini. Continuò a pensarci mentre suo padre stava



ritto sullo schienale della poltrona, ansimando e



stirandosi per arrivare al soffitto. Come si poteva



fare, pensava intanto Peter, per scivolare senza andare



a sbattere negli alberi che tenevano la corda?



Chissà, forse l’aria di montagna stuzzicò l’appetito



di Peter. Fatto sta che in cucina c’era un



pacchetto nuovo di biscotti al cioccolato. Non era



bello continuare a ignorarli. Peter non fece in tempo



ad alzarsi che sentì alle sue spalle un orrendo



frastuono. E si voltò proprio mentre suo padre cadeva



a testa prima nel buco tra la poltrona e il muro.



Poi Mr Fortune riapparve, per prima la testa



di nuovo. Sembrava deciso a fare Peter a pezzettini.



Dall’altra parte della stanza, la mamma si teneva



stretta la mano sulla bocca per non farsi sorprendere



a ridere.



– Oh, scusa papà, – disse Peter. – Mi ero dimenticato



che eri lì.
"l'inventore di sogni"

domenica 5 dicembre 2010

.......................!

Il tredici dicembre si svolta.
Ennesima svolta dell'anno!
Il 1 dell'anno si compie un altro passo
da troppo tempo  sospeso in un' inspiegabile nuvola
ma che adesso va fatto,
troppe cose mi hanno rotto le scatole
e altre sono troppo importanti per essere trascurate.
Svolta svolta c'è da  stare attenti però
 a non tornare al punto di partenza.

mercoledì 1 dicembre 2010

ma come ho giocato........lacrime di gioia.

 capita, di rado, che ad un certo punto la mente sia sgombra da qualsiasi pensiero, e in quel momento, nell'attimo in cui non pensi a niente, e se giochi a tennis, nemmeno ai colpi che devi fare, ma li esegui e basta, istintivamente, inizi a giocare come non hai mai fatto prima.
Ieri mi avrebbero potuto tirare addosso un camion e sarei stato in grado di rispondere e ribattere. Magari con un vincente.
Ad ogni punto una esultanza sempre maggiore.
L'insegnante che mai mi ha detto bel punto, nemmeno ieri tra l'altro, mi guardava e rideva soddisfatta come dire lo sapevo io lo sapevo.....
E io dall'altra parte del campo che passavo l'avversario lungo linea di diritto, oppure con un rovescio sulla riga e dopo con un cross stretto di diritto velocissimo, quando non chiudevo direttamente da fondo ....
Non è facile liberarsi dai pensieri,  e non è facile non pensare ai colpi che devi fare, ma quando succede, istintivamente, arriva l'impulso" incrociato" "palla corta" e il braccio esegue....punto.

fsn

venerdì 26 novembre 2010

eh' (sospiro) .....sarà la primavera

È in ritardo e non lo ha fatto... per fsn ci sono due spiegazioni possibili. La prima: non ha ricevuto il messaggio, troppi impegni, casini non ce l'ha fatta, si vergogna. La seconda: non ha ancora avuto il tempo, avrebbe voluto farlo in tutti i modi, ma prima di riuscire a fare ciò è stata rapita da Gozzilla. Lei è riuscita a liberarsi cantando alla bestia una ninna nanna giapponese. Soltanto che gliel'ha cantata quando era sul palmo della sua mano e cascando è svenuta e ha perso conoscenza. Quando si è svegliata è stata aiutata da una banda di extracomunitari clandestini che credendola una di loro, e anche un pò brilla per la storia che stava raccontando, l'hanno nascosta all'interno di un camion e l'hanno spedita in un posto sconosciuto. In questo luogo dimenticata da Dio ha trovato lavoro come sguattera monaca buddista. Il suo lavoro consiste nello stare seduta tutto il giorno in meditazione davanti a centinaia di piatti bicchieri e stoviglie da rigovernare.
Perciò FSN non vede perchè deve stare male e farsi mille domande per una scema che passa la vita in adorazione di piatti sporchi, mugolando tutto il giorno.... 


fsn

martedì 9 novembre 2010

Clima da Studio Legale....


Pochi minuti prima.....

DRINNNNNNNNNNN

P va ad aprire..alza il citofono

Fsn " Chi è?"

P" ha detto che è Elvis....sarà venuto a trovarti dall'aldilà! Speriamo ci faccia Love Me Tender!

venerdì 5 novembre 2010

diciamo..

 che  facendo bene mente locale, ho ancora un pò di difficoltà nel lasciar perdere quello che mi piacerebbe...

dormici su, dicono.

la notte porta consiglio.

sarà.

a me ha portato un paio di incubi orrendi, un pò di insonnia, forse dovuta alla temperatura corporea che si aggirava intorno ai 38 gradi oppure, o forse no, alla tachipirina 1000 in bustina.
Magari dipende solo da me ma....

...la sensazione è di un sonno atavico, che parte dal corpo che vorebbe disperatamente riposare.

peccato quel bollore interno, come di un pensiero che pare una palletta da flipper e vagola colpendo a destra e manca.

e fra poco, penso, andrò in tilt.

e non manca molto.

riconosco i sintomi.

Che confusione sarà perchè.......


mercoledì 3 novembre 2010

Pasolini!

"L'Italia sta marcendo in
un benessere che è egoismo,stupidità,incultura,pe
ttegolezzo,moralismo,coazione,conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire
a questa marcescenza è,ora, il fascismo. Essere laici,liberali,non significa nulla,quando manca quella forza morale che riesca a vincere
la tentazione di essere partecipi a un mondo che apparentemente funziona,con le sue leggi allettanti e crudeli."

giovedì 28 ottobre 2010

mercoledì 27 ottobre 2010

senza senso!


Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente,

e già lì  dovevo immaginare che ero vittima di uno scherzo.

ma la zingara è un trucco si sa,

quello delle tre carte, e a me è toccata la matta.

e un futuro invadente  l'avrei spappolato con la

fantasia. Che è sparita, sottratta, rubata.

e adesso vola via sulle ali del vento

e quella citrulla di Emi, che poi diventa Mei, me l'ha portata via

perchè Mei di fantasia ne ha molta in verità

tanta da trasformare il suo nome da Emi in Mei

cavoli  e meno male ne aveva molta.

Allora io rido e piango

e mi fondo con il cielo e con il fango

così almeno evito che Predator mi veda

e mi fulmini.

Arrivassero almeno loro a darmi una mano.

Ah eccoli eccoli gli Astrorobot.

I STILL CRY.

sto ancora piangendo.

fsn

  

lunedì 25 ottobre 2010

piove.


Cammino in mezzo all'autunno

un filo di musica culla i miei passi

la pioggia la confonde

Aspetto

lift me up.

sabato 16 ottobre 2010

IF


il segreto delle cose è privo di significato.
E dovrei impararla bene questa lezione.
Si potrebbero superare l'infiniti "perchè",
avere finalmente le domande giuste alle risposte avute...
lasciar perdere e non cercare di capire i motivi..
Certo era successo tutto poco prima. Quanto 2-3 ore.
eppure come una maschera in scena, rivolgersi agli altri come se niente ci fosse stato.
Io la domanda e la risposta ce l'ho...
e può essere soltanto una..
Che cosa si nasconde di solito?



 

mercoledì 13 ottobre 2010

 "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo.
Allora scrivo.
Per prendermi la rivincita sulle parole.
Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste."

mercoledì 6 ottobre 2010

vai a casa!

il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alle continue provocazioni ed ai continui attacchi ha così replicato.
  «Continuano a dirmi 'Berlusconi a casa'. Ma mi danno qualche problema. Io di case ne ho venti e non saprei dove andare». 
Immediati gli applausi della folla. Che evito di commentare.

Mi pare comunque ovvia la risposta.....LA CASA CIRCONDARIALE!!!!

 

venerdì 1 ottobre 2010

che dire.

 la mediocrità delle persone si vede nelle piccole cose.
Nella loro incapacità di dire quello che pensano apertamente.
Nella incapacità di riconoscere ciò che non  è proprio.
Nella mediocrità dei loro piccoli gesti .
Nella loro sottile invidia espletata in inutili atteggiamenti.
Nella loro infruttuosa ricerca di imitazione.

Sorrido a loro....che pena che fanno....!


martedì 28 settembre 2010

ECCOLI ECCOLI ASTROROBOT!!!


Un' udienza a Prato, con un collega del posto, è stata una sfida all'ultimo sangue...

ma dici a me?..........ma dici a me?......
hei con chi stai parlando?...dici a me? Non ci sono che io qui...
Di... ma con chi credi di parlare?
ah si ..va bene...State a sentire stronzi...io ne ho abbastanza....

 


 caro collega se vuoi la guerra, è proprio ciò che avrai, non mi piacciono i tipi come te...
 


Stamani l'udienza è stata una guerra ..
.non mi ero mai divertito  tanto.....

avvocati COME QUELLO DI STAMANI DOVREBBERO ESSERE ESPULSI, NON FOSSE ALTRO PER LA LORO TOTALE IGNORANZA DELLA MATERIA....



Se non è adesso sarà in Appello o in Cassazione ma non cederò di un millimetro.




 

domenica 26 settembre 2010


Mi trovo all'ennesimo corso di aggiornamento.
Mi defilo in un angolo della sala,
non troppo in fondo, però..
mi domando di cosa stiano parlando
 quali cose tanto importanti si stiano raccontando
queste persone che a mala pena si conoscono.
Perdo il filo del discorso del relatore dopo poche parole
e mi arrampico sopra una nuvola che mi porta in alto.
Fisso sensazioni, pensieri, attimi......poi niente.
Che ad un certo punto
riesci a baypassare la necessità di fissare l’attimo con la parola,
di ingabbiare il momento nella struttura rigida della frase,
e lasci a ciò che accade la libertà totale di essere vissuto fino alla fine,
foss’anche quella di scomparire e dissolversi,
se così deve essere.

venerdì 24 settembre 2010

QUELLI ....


Quelli belli come noi che non cambieranno mai
con il fegato a Pinot
l'attesa di Godot
e il cuore di Pierrot
quelli belli come noi che non capireste mai
......
quelli brutti come voi
non ci fregheranno mai sempre pronti ad un 'emozione
che non proverete
mai.

(Vecchioni)

giovedì 23 settembre 2010

senza parole!

5016961176_31fe17dd2a_o







Vedere la risata grassa di soddisfazione e l'abbraccio di chi pensa "anche a questo giro glielo abbiamo messo sotto la coda, l'abbiamo fatta franca possiamo fare quello che cazzo ci pare"
mi fa pensare solo a
che paese.....di nani!!!
Bleahhhhhh!!

martedì 21 settembre 2010

lo sai che....


.............scrivo una cosa così, e giuro, non faccio più un cazzo!!



Andammo i pomeriggi cercando affiatamento,
scoprivo gli USA e rari giornaletti.
Ridesti nel vedermi grande e grosso coi fumetti,
anch' io sorrisi sempre più scontento.

Poi scrissi il nome tuo versando piano sulla neve
la strana cosa che sembrava vino,
mi aveva affascinato il suo colore di rubino:
perchè lo cancellasti con il piede?

La scatola meccanica per musica è esaurita,
rimane solo l' eco in lontananza,
ma dimmi cosa fai lontana via nell' altra stanza,
ma dimmi cosa fai della tua vita.
O sera, scendi presto! O mondo nuovo, arriva!
Rivoluzione, cambia qualche cosa!
Cancella il ghigno solito di questa ormai corrosa
mia stanca civiltà che si trascina.

Poi piovve all' improvviso sull' Amstel, ti ricordi?
Dicesti qualche cosa sorridendo;
risposi, credo, anch' io qualche banalità scoprendo
il fascino di un dialogo tra i sordi.

Tuo nonno era un grand' uomo, famoso chissà cosa,
di loro si usa dire "è ancora in gamba".
Mi espose a gesti e a sputi quella "weltanshauung" sua stramba
puntando come un indice una rosa.

Malinconie discrete che non sanno star segrete,
le piccole modeste storie mie,
che non si son mai messe addosso il nome di poesie,
amiche mie di sempre, voi sapete!
Ebbrezze conosciute già forse troppe volte:
di giorno bevo l' acqua e faccio il saggio.
Per questo solo a notte ho quattro soldi di messaggio
da urlare in faccia a chi non lo raccoglie.

Il tuo patrigno era un noto musicista,
tuo padre lo incontravi a qualche mostra.
Bevemmo il tè per terra e mi piaceva quella giostra
di gente nelle storie tue d' artista.

Mi confidasti trepida non so quale segreto
dicendo "donna" e non "la cameriera".
Tua madre aveva un forte mal di testa quella sera:
fui premuroso, timido, discreto.

E tu nell' altra stanza che insegui i tuoi pensieri,
non creder che ci sia di meglio attorno:
noi siamo come tutti e un poco giorno dopo giorno
sciupiamo i nostri oggi come ieri.
Ma poi che cosa importa? Bisogna stare ai patti:
non voglio il paradiso né l'inferno.
Se a volte urlo la rabbia, poi dimentico e mi perdo
nei mondi dentro agli occhi dei miei gatti.

Uscimmo un po' accaldati per il troppo vino nero,
danzammo sulla strada, già albeggiava.
Sembrava una commedia musicale americana,
tu non lo sai, ma dentro me ridevo...

 Guccini canzone delle situazioni differenti



mercoledì 15 settembre 2010

e fu così...


che tutto gli piombò addosso come un elefante dal cielo...

Forse le cose stanno esattamente così: quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso. Quelli che riescono a estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegnano i passi, i gesti e le parole: e tu, contro ogni previsione, sei in grado di ripeterli.

"chiedi alla polvere"
 
che poi vuol dire semplicemente che il miracolo sta nel farti rendere conto che puoi cambiare essere migliore e che puoi fare di più.....
allargare gli orizzonti.

fsn.

domenica 12 settembre 2010

sai zio....


in casa ci sono due adulti,
La mamma  e la nonna.
Due bambini io e Giulio e....
e poi ci sei tu
che insomma sei un adulto
ma giochi con noi come un bambino.



venerdì 10 settembre 2010

URLO!

 Ho sempre trovato molte assonanze tra Ginsberg e Pasolini.
Il loro modo di contestare la società. Espresso anche in forme diverse, manifestato però attraverso il solito mezzo della poesia.
Certo è che mentre la rivoluzione sociale neli Stati Uniti negli anni 60 era già in atto o comunque era in anticipo rispetto a noi, e là il clima di rivoluzione e cambiamento  attuava già una profonda trasformazione,
qui le manifestazioni pacifiste e non violente di New York erano una meta da raggiungere.
Inoltre la contestazione sociale, così come si presentava all'epoca negli Stati Uniti era una sorta di novità...estranea alla loro storia, mentre da noi la stessa si portava dietro un tradizione difficile da superare
....."Caro, angelico Ginsberg, ieri sera ti ho sentito dire tutto quello che ti veniva in mente su New York e San Francisco, coi loro fiori. Io ti ho detto qualcosa dell’Italia (fiori solo dai fiorai)... queste sono state le nostre chiacchiere. Molto, molto più belle le tue, e te l’ho anche detto il perché...Perchè tu...sei costretto a inventare di nuovo e completamente – giorno per giorno, parola per parola – il tuo linguaggio rivoluzionario. Tutti gli uomini della tua America sono costretti, per esprimersi, ad essere inventori di parole ! Noi qui invece (anche quelli che hanno adesso sedici anni) abbiamo già il nostro linguaggio rivoluzionario bell’e pronto, con dentro la sua morale. Anche i Cinesi parlano come degli statali”.
PPP 1967 lettera a Ginsberg.

fsn

mercoledì 8 settembre 2010

che.....


strano effetto fa entrare in Tribunale e sentirsi dire :
" ciao newyorkese"

buon secondo anniversario!!


LA VITA AL CONTRARIO


La vita dovrebbe essere vissuta al contrario.
Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete tracchete il trauma è già bello che superato.
Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno.
Poi ti dimettono perchè stai bene, e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione, e te la godi al meglio.
Col passare del tempo, le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono.
Poi inizi a lavorare, e il primo giorno ti regalano un orologio d’oro.



Lavori quarant’anni finchè non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa.
Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare.
Poi inizi la scuola, giochi coi gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finchè non sei bebè.
Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene.
Gli ultimi 9 mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni.
…E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo!



WOODY ALLEN

venerdì 3 settembre 2010

Buongiorno Colombo!

Ma che senso ha vivere se qualcuno ti ha già spiegato la differenza tra una mela e una bicicletta?
Se mordo una bicicletta e faccio un giro su una mela allora scoprirò la differenza.

giovedì 2 settembre 2010

io e New York!


Che cosa mi è rimasto di New York?
Avevo mai visto una città così diversa e contraddittoria? Capace di modifcare il proprio aspetto con la stessa velocità che occorre per attraversare una strada?

Avevo mai avvertito prima che il cambiamento non era soltanto architettonico ma soprattutto sociale e che riguardava lo stesso modo di vivere degli abitanti?

Avevo mai respirato quella sensazione che avrei potuto provare a fare qualsiasi cosa?
Che lì proprio lì avresti la possibilità di scrivere una storia di fumetti, fare un film, scrivere musica, o semplicemente aprire un chiosco di granite?

Tutto questo è Manhattan.
Al di là dei grattacieli, dei musei, dei parchi, è lo spirito della città che conquista.
Il rendersi conto di essere in posto dove puoi vedere tutto e tutti senza che nessuno si accorga di te.

Puoi vedere bambini con i capelli a punta di stella, tali e quali a quelli delle "simpatiche canaglie", persone in teatro a Broadway in canottiera e ciabatte, camminare per le strade il Joker, o l'uomo ragno, puoi assistere a spettacoli di ogni genere.
Puoi pensare di recitare in strada una scena di "c'era una volta in America" senza alcuna vergogna.

La cosa più incredibile di Manhattan è che davvero quando cammini per le sue strade alzando gli occhi al cielo credi davvero di poter vedere l'uomo ragno volteggiare sopra la testa.

E' così

a New York puoi vedere tutti senza essere visto da nessuno.


e questo l'ho provato soltanto qui.


fsn

mercoledì 1 settembre 2010

....are exhausted!

 Avrei da lavorare. Ma proprio in questo periodo non riesco a fare niente.
Non mi sopporto. Dieci minuti con me stesso sono sufficienti a mettermi l’uggia.
E’ sempre la solita questione della pancia e della testa.
La prima è “abitare”,  e viene privilegiata a discapito dell’altra che andrebbe portata avanti perchè è il bisogno, il privilegio di ferire, l’ intrecciarsi di radici, uncini, che non ha niente a che fare con il viver sereni.
E per una volta io non sono nel mezzo, anche perchè lì in mezzo non c’è posto.
Mettere tutto nella costruzione di una cosa, curarla cercando di farla crescere, capire che è stata  portata a termine per poi vederla cadere su se stessa  fragile come un castello di sabbia in riva al mare, mi esaurisce. Mi ferisce.
Innamorarsi di una persona è una idea, quasi una intuizione, la vera dimostrazione che esistiamo per qualcosa. Butti giù lo schizzo, e inizi a costruire. La costruzione di un amore mescola il sangue con il sudore se te ne rimane.  Ci vuole tempo, fatica.
Il problema è che quando un amore hai finito di costruirlo devi decidere se abitarlo, e quella è un’altra faccenda. C’è gente che si diverte a costruire solo per poi buttare giù tutto e ricominciare da capo.
Forse sono così anche io, ed è stato un privilegio, ma se non sei tu a buttare giù tutto?
Le ferite che nascono ti esauriscono.
Sembra un gioco crudele, incosciente.
Tra due persone potersi ferire è un privilegio. Se mi ferisci vuol dire che ti importa. Ogni ferita ci mostra la differenza inseparabile di due persone. E’ un peso difficile da sostenere, mentirsi è molto più facile.
 
 
E tutto ció mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso


 

martedì 31 agosto 2010

Era quasi notte...

...e la carrozza stava finendo il tour a Central Park.

"Senti, tu sei la risposta di Dio a Giobbe: sai, avresti messo fine a tutte le discussioni tra loro. Dio avrebbe indicato te e detto: "Faccio tante cose tremende, ma ne so fare anche come questa, sai". E Giobbe avrebbe detto: "Okay, hai vinto".
W. A.  "Manhattan"


martedì 24 agosto 2010

domani è un altro giorno...



Un giorno vorrei far sapere(come se importasse a qualcuno) i motivi che mi hanno spinto a scrivere questo blog.
Per chi ho iniziato a scriverlo.
In effetti sarebbe un atto dovuto, nei confronti di questa persona dico.
Certo lo scorrere dei giorni, il passare del tempo, la malinconia che arriva con settembre mi portano verso una preoccupante sfocatura di me.

difficile discernere quale sia la soluzione e quale il problema.

domenica 22 agosto 2010

la strada!

"può dirmi per favore che direzione devo prendere per uscire di qui?"

chiese Alice.

"dipende da dove devi andare", rispose Stregatto.

"mi interessa poco dove andare..." rispose Alice.

"Allora, poco importa la via che prendi," replicò il gatto.

giovedì 5 agosto 2010

Fan vi scrivener da new York Dallas Dallas sua mobile durance la consueta vigilanza diurna perch la nuvola e sempre pronto a colPIRE ma quest a tastira crea Mille problemi

domenica 1 agosto 2010

.....mentre.....


.....mentre su New York calavano le prime ombre della sera, fsn, il terrore dei criminali, pattugliava a bordo della sua fsn mobile, le strade della sua città.
" prima...frizione e seconda......frizione, terza.... quale sarà il "pippo" dei fari??" così mentre i suoi pensieri erano impegnati nella risoluzione di problemi irrisolvibili ai più, New York poteva dormire sonni tranquilli.

Intanto a pochi isolati "la nuvola" il suo acerrimo e più crudele nemico stava progettendo un nuovo piano per la conquista del mondo...
....ma questa è un'altra storia.... 


fsn comics n.1

venerdì 30 luglio 2010

le cose importanti son punti di vista.


Lo so.
L'ho sempre saputo che prima di chiudere può capitare di tutto.
Perchè nel momento in cui decidi di chiudere per le ferie, ci sono altre 1000 persone che stanno facendo la stessa cosa. E allora succede che tutti cerchino di non lasciare niente a mezzo.
Così alle 11 mi arriva la notifica di un giudizio immediato, e alle 1130 mi telefona un collega allarmato, non motlo in verità, che più o meno dice"
" ciao fsn, telefono a te perchè con l'avv. XXX non ci voglio parlare, non capisce un c....o, senti ho visto che ieri c'era una udienza alle 13, sai per la causa dei bacarozzi, ma te ne sai qualcosa? io non ci sono andato, anzi non lo sapevo."
Attimo di terrore. In questi casi il trucco è mantenere la calma, Poi pensi che oggi è il 30 luglio, che stai chiudendo lo studio e che tra tre giorni voli verso NY e la calma anticipa il volo e parte.
" eh? ma come l'udienza è a marzo..e poi scusa che udienza sarebbe dovuta essere visto che il procedimento è chiuso"

" quindi anche te pensi sia una bufala di mezza estate della canc"

" ma direi di si, comunque senti telefono, poi...."

" pronto....si senta sono l'avv...  ho visto sulla can telem che...."

" no guardi abbiamo da fare, il G chiude e dobbiamo fare tutti gli adempimenti finali...richiami"


passa un ora e verso le 1245 chiamo

" si sono sempre l'avv.... volevo sapere in merito....
" noooooo .....è un errore, per voi non 'c'era udienza.... e adesso?  a quale causa si riferirà???"
Certo che ce ne vuole di pazienza.

Mi trovo in udienza con una spogliarellista  e peripatetica di professione.
Munita di sito porno con foto e curriculum.
Legge il pm
"Allora vedo qui
sesso orale , si
sesso anale, si
rapporti completi, si
e...
pompino aperto, si
......scusi ma che cosa è un pompino aperto?"
Gelo in aula.
Mi alzo in piedi e con voce ferma e forte annuncio "La mia cliente vuole fare dichiarazioni spontanee".
La guardo mentre si alza e vedo che le sta uscendo una tetta dal vestito.
. Impassibile guardo il vuoto intorno a me.
" guardi io non voglio più essere sbattuta a Firenze, meglio il carcere si, poi alla clinica non ci voglio andare. datemi il carcere.
In carcere mi curano i capelli, le mani, in clinica mi diventano tutti stopposi e io non ci volgio andare.
Adesso la tetta era completamente fuori.
Io intanto rifletto sulle cose importanti della vita e sul fatto che i capelli stopposi siano proprio una di queste
.
fsn


mercoledì 28 luglio 2010

Domattina alle 6 sarò giustiziato per un crimine che non ho commesso.
Dovevano giustiziarmi alle 5,
ma ho un avvocato in gamba!



"Amore e Guerra" W.A.

lunedì 26 luglio 2010

?


.È la ragazza più infelice che abbia mai tenuto in mano un Martini.

Mi son svegliato con questa frase in testa.
E se al posto del Martini mettessi un cellulare
oppure qualche altra cosa
niente cambierebbe.
Un pò come nelle somme o nelle moltiplicazioni
se inverti l'ordine degli addendi il risultato non cambia.
Tra due strade si è spinti a percorrere quella con meno rischi.
chissà perchè!

fsn" .....si ma tanto le dico di no.....non me la sento...non funzionerebbe"



Perché, senza l'amaro, amico mio, il dolce non è tanto dolce


fsn

giovedì 15 luglio 2010

.....no niente!

 Il significato di niente,
o dei niente
Dietro quei " niente" cosa c'è?
 a volte si vela l'inspiegabile,
il sentimento non manifestabile,
usando una parola " niente", che a dispetto delle apparenze
ha un carico di così enorme significato,
 si allude a tutto ciò che non è esprimibile
o che non si riesce ad esprimere

"- fsn, senti....-

"- si?"

"- ..Niente...."

mercoledì 14 luglio 2010

......esserlo o averlo?


...............
E chi lo sa se anche tu mi vuoi bene
a volte credo di esserne certo
a volte invece sembra tutto uno scherzo
fuggono gli occhi come falene
amica mia sorella speranza
quello che vuoi io non ti dirò
quello che voglio non sentirò
quello che c'è dietro l'indifferenza.


 


E tutto è morto e tutto è ancor vivo
e solamente tutto è cambiato
quello che provo l'ho sempre provato
e credo ancora in ciò in cui credevo
e il fiocco nero è l'unica cosa
che mi è rimasta con la malinconia
ma insieme a questa stanca anarchia
vorrei anche te, amica mia.......


 

venerdì 9 luglio 2010

Così senza dir nulla!




CONGEDO DEL VIAGGIATORE CERIMONIOSO


Amici, credo che sia meglio per me cominciare a tirar giù la valigia. Anche se non so bene l'ora d'arrivo, e neppure conosca quali stazioni precedano la mia, sicuri segni mi dicono, da quanto m'è giunto all'orecchio di questi luoghi, ch'io vi dovrò presto lasciare.
Vogliatemi perdonare quel po' di disturbo che reco. Con voi sono stato lieto dalla partenza, e molto vi sono grato, credetemi, per l'ottima compagnia. Ancora vorrei conversare a lungo con voi. Ma sia. Il luogo del trasferimento lo ignoro. Sento però che vi dovrò ricordare spesso, nella nuova sede, mentre il mio occhio già vede dal finestrino, oltre il fumo umido del nebbione che ci avvolge, rosso il disco della mia stazione.
Chiedo congedo a voi senza potervi nascondere, lieve, una costernazione. Era così bello parlare insieme, seduti di fronte: così bello confondere i volti (fumare, scambiandoci le sigarette), e tutto quel raccontare di noi (quell'inventare facile, nel dire agli altri), fino a poter confessare quanto, anche messi alle strette, mai avremmo osato un istante (per sbaglio) confidare.
(Scusate. E una valigia pesante anche se non contiene gran che: tanto ch'io mi domando perché l'ho recata, e quale aiuto mi potrà dare poi, quando l’avrò con me. Ma pur la debbo portare, non fosse che per seguire l’uso. Lasciatemi, vi prego, passare. Ecco. Ora ch'essa è
nel corridoio, mi sento più sciolto. Vogliate scusare).
Dicevo, ch'era bello stare insieme. Chiacchierare. Abbiamo avuto qualche diverbio, è naturale. Ci siamo - ed è normale anche questo - odiati su più d'un punto, e frenati soltanto per cortesia. Ma, cos'importa. Sia come sia, torno a dirvi, e di cuore, grazie per l'ottima compagnia.
Congedo a lei, dottore, e alla sua faconda dottrina. Congedo a te, ragazzina smilza, e al tuo lieve afrore di ricreatorio e di prato sul volto, la cui tinta mite è sì lieve spinta. Congedo, o militare (o marinaio! In terra come in cielo ed in mare) alla pace e alla guerra. Ed anche a lei, sacerdote, congedo, che m'ha chiesto s'io (scherzava!) ho avuto in dote di credere al vero Dio. Congedo alla sapienza e congedo all'amore. Congedo anche alla religione. Ormai sono a destinazione.
Ora che più forte sento stridere il freno, vi lascio davvero, amici. Addio. Di questo, sono certo: io son giunto alla disperazione calma, senza sgomento.
Scendo. Buon proseguimento.

Giorgio Caproni Congedo del viaggiatore cerimonioso ed altre prosopoee (1960-64)

martedì 6 luglio 2010

giovedì 1 luglio 2010

C'MON..

Non so cosa dirvi davvero
Tre minuti.. . .alla nostra più difficile sfida professionale.
Tutto si decide oggi.
Ora, noi o risorgiamo ....come squadra. . .. . .o cederemo
un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta.
Siamo all'inferno adesso, signori miei.
Credetemi.
E possiamo rimanerci,farci prendere a schiaffi . .oppure
. . aprirci la strada lottando verso la luce.
Possiamo scalare le pareti dell'inferno.
. . .un centimetro alla volta.
Io Però, non posso farlo per voi.
Sono troppo vecchio.
Mi guardo intorno , vedo i vostri giovani volti e penso. . .
. . .certo che ho commesso tutti gli erroi che un uomo di mezz'età può fare.
si perchè io .....ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no.
Ho cacciato via ....tutti quelliche mi volevano bene.
E da qualche anno mi da anche fastidio la faccia che vedo nello specchio.
Sapete, col tempo, con I'età, tante cose ci vengono tolte.
Ma questo fa .. fa parte della vita.
Però tu lo impari solo quando le cominci a perdere .
E scopri che la vita è un gioco di centimetri.
E così è il football.
Perché in entrambi questi giochi,la vita e il football. . .
. . .il margine di errore è ridottissimo.
Capitelo
Mezzo passo fatto un pò in anticipo o in ritardo e voi non c'e la fate
Mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa.
Ma i centimetri che ci servono sono dappertutto sono intorno a noi.
Ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo.
In questa squadra si combatte per un centimetro.
In questa squadra, massacriamo di fatica noi stessi . .
. . .e tutti quelli intorno a noi, per un centimetro.
Ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro....
. . .perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri. . .
. . .il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta!
la differernza fra vivere e morire
E voglio dirvi una cosa. In ogni scontro. . .
. . .è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro.
E io so che se potrò avere una esistenza . .appagante
sarà perchè sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro.
La nostra vita è tutto lì, in questo cosiste
è in quei dieci centimetri davanti alla faccia!
Ma io non posso obbligarvi a lottare!
Dovete Guardare il compagno che avete accanto!
guardarlo negli negli occhi!
Io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi!
che ci Vedrete un uomo. . .che si sacriferà volentieri per questa squadra
cosapevole del fatto che quando sarà il momento ... voi farete lo stesso per lui
.
Questo è essere una squadra, signori miei
perciò o noi risorgiamo adesso, come collettivo. . .
. . .o saremo annientati individualmente.
è il football, ragazzi.
È tutto qui.
Allora. . . che cosa volete fare???

"ogni maledetta domenica"

il re ha perso!

 La testa piegata nelle spalle
chino verso l'uscita dal campo centrale di Wimbledon
Il silenzio degli spalti in ascolto del corrisposto silenzio del re.
Poi nella consapevolezza di non poter uscire così dopo 7 finali consecutive e 6 titoli
a pochi passi dall'uscita il braccio si alza per il saluto e il campo centrale esplode in una ovazione dovuta quanto meritata.
Quanti ne ha vissuti di momenti del genere. Ma questo è diverso. E' diverso perchè ha appena perso e per la prima volta dal 2003 non giocherà la finale.
Ma il pubblico aspettava proprio questo, un piccolo gesto di un grazie reciproco, come la stretta  con l'avversario a fine partita.
 "perchè ogni maledetta domenica si vince o si perde, l'importante è che si vinca o si perda da uomini".

fsn

lunedì 28 giugno 2010

Di idioti......e idioti.

 Ogni tanto, nella mal riposta speranza che il calcio sia qualcosa di meglio dell'oppio  della nostra società, cedo alle lusinghe della pubblicità e provo a guardare qualche partita.
Come in un pessimo libro giallo dove a pagina 10 sai già il nome dell'assassino, al quarto d'ora del primo tempo spengo perchè l'indirizzo della partita è già stato stampato sulla busta.
Un fuorigioco inesistente fischiato a Rooney quando era solo davanti al portiere, un secondo fuorigioco altrettanto inesistente su un colpo di testa che per fortuna dell'arbitro è finito sulla traversa, un fallo dell'attaccante tedesco sul difensore inglese in occasione del primo gol. Infine il gol del 2 a 2  non visto da 4 arbitri, ma  da qualche milione di persone si.

Non contento mi sono sorbito anche il primo gol dell'Argentina con Tevez tre metri in fuorigioco. Ma lo sappiamo i messicani son più peones degli argentini.

La stampa tutta ha dato risalto alla sconfitta degli inglesi. In italia c'è  anche chi ha dichiarato guerra ad una nazione intera.
"a casa i maestrini inglesi. Idioti erano ..idioti restano..." di un grande paese è rimasta solo la boria. IL GIORNALE.
Il tutto condito da un’analisi geopolitica di altissimo livello, parlando del declino industriale della GB con un tono che sembra preso dalle cronache del colonialismo del Ventennio, ci manca soltanto il saluto romano e il caro duce che trebbia il grano.

Perchè gli inglesi sono così antipatici? qui in Italia dico.

Forse perchè nelle guerre si son schierati sempre dall'altra parte, rispetto a noi, che poi alla fine era anche la parte giusta.?

Forse perchè cercano di conservare la loro identità, le loro tradizioni senza chinare il capo?.


Forse perchè il loro impero coloniale è ancora troppo vicino, temporalmente intendo, rispetto all'impero romano, da ingenerare spirito di libertà negli altri.?

forse perchè sono riusciti a realizzare una reale integrazione razziale, senza sfociare in razzismi da clan o di bassa Lega anni prima degli altri?.

forse perchè hanno avuto dei governi di sinistra agli antipodi dei nostri di destra attuali?

O forse perchè qui hanno sempre avuto più proseliti i campi di concentramento, le superiorità di razza, le differenze in classi, invece del loro contrario?.


o forse solo perchè l'Inghilterra ieri giocava di rosso ?

Comunque io alla nostra preferisco la loro di idiozia.


fsn 



  

domenica 27 giugno 2010

....


Ho chiuso un attimo gli occhi
e giugno era sparito

intanto oggi invecchio di un anno

il sole è alto

ed è una bella giornata

ed io come sempre mi perdo

in un mare

di possibilità.

venerdì 18 giugno 2010

internet cambia la vita!

 Grazie ad internet e alla adsl in casa, sono cambiate le abitudini sessuali e i costumi pornografici.
Da ragazzino l’unica opportunità di vedere qualcosa ce la davano i giornaletti che erano o a fumetti o in forma di fotoromanzo.
Nel mio paese anche il barbiere era provvisto del Tromba o del Camionista edizioni “lo squalo”. Che tu avessi 5 anni o 25 non faceva differenza, il giornaletto, per la cultura democratica dell’epoca, era a disposizione di tutti. Ti sedevi in attesa del tuo turno e sfogliandoli vedevi strani personaggi con enormi piselli e tette spropositate duellare per pagine e pagine.

I fotoromanzi invece, essendo più realistici, nel senso che le foto erano di persone vere, non erano a buon mercato. Potevi imbatterti in alcuni di essi o per puro caso, oppure te li poteva procurare il bulletto delle medie. In questi grand Hotel versione Hard venivano riscritti in versione  rivista e corretta i più elementari rapporti tra le persone. Tipo insegnante e studente, oppure cassiera cliente, oppure benzinaio e automobilista.

Nelle prime tre vignette venivano descritti i personaggi. Una improbabile quanto procace bionda vestita con minigonna e canottiera conversa, probabilmente disquisendo sulla pompa di benzina, con il benzinaio, un energumeno in tuta di jeans e nudo sotto. A pagina due, dopo che lei aveva già cambiato pompa, lui la stava già montando da dietro senza neanche sapere se la macchina andava a diesel o a benzina. In pratica dopo la stretta di mano di presentazione, si passava all’accoppiamento con tanto di pompino e scambio di liquidi corporei di ogni genere.

L’epoca dei giornaletti è stata sostituita dai distributori automatici  di videocassette. Questa nuova e straordinaria invenzione permetteva in totale libertà e anonimato di andare al distributore e scegliere su una vastissima gamma di titoli, il film porno o pornazzo.
Tale pratica tuttavia presentava alcune insidie  da non sottovalutare. Prima cosa dovevi farti  una tessera personale. Quella familiare era inutilizzabile. Perchè accanto a Rocky 3 o i Goonies sarebbe stato difficile spiegare a tua mamma che qualcuno, sicuramente un alieno o un ladro di tessere, aveva noleggiato “Stasera si tromba” “ con il culo trapanato ogni guasto è riparato”  “ eiacula la vampira” o Scopando si impara” e che quel qualcuno non eri tu..
Altro problema da non sottovalutare consisteva nel fatto che non sempre il codice della videocassette veniva letto dai distributori. A quel punto onde evitare l’antipatica scena di dover entrare dentro il negozio dicendo “ il distributore non riprende questa videocassetta” e magari sentirsi rispondere” che è un porno? No perchè lo fa sempre con quelle porno” “ no no per carità” “ come no “per chi suona la mi fava” è un  porno è un porno....dammi qua ci penso io”, l’unica soluzione era non riportare mai più il film accumulando un debito negli anni di circa 500.000,00 euro.
Adesso internet ha risolto gran parte dei problemi, l’uniche controindicazioni si verificano magari quando  si pianta il pc e lo devi portare ad accomodare con un hard disk pieno di pornazzi e il tecnico mentre lo guarda dice “ bello questo pornazzo, adesso me lo copio....
Ma questa è un’altra storia.
 fsn

lunedì 14 giugno 2010

L'edicola da M..

 Passando per via P Luc ti sei reso conto qualche giorno fa che l’edicola di Sp, quella vecchia, il buco sulla strada era stata chiusa per sempre.
In realtà le cose non stanno proprio così, almeno per il resto del mondo. Si è infatti spostata davanti, sull’altro lato della strada. Ma questo non è altro che un dettaglio. L’edicola è chiusa per sempre.
Erano anni ormai che non ci andavi più a comprare i fumetti o i giornalini. Aveva cambiato gestione ormai da 5 anni.
L’edicola da M è stata la tua prima edicola .  Prima del 1989-1990 non ne avevi frequentate altre. I giornalini li comprava mio babbo. Da piccolo salivi sul ponte di Pon... dalla Marianna ma non si può dire che a 9 anni frequentassi un edicola..
Probabilmente non ne frequenterai altre.
Grazie a M il proprietario l’hai fatta diventare un appuntamento fisso, una sorta di incontro settimanale.
L’edicola di M era non più di grande di un ripostiglio. 2 metri in larghezza e 3 in lunghezza. Il bancone era fatto da tavolacci di legno su cui erano appoggiati i quotidiani. In fondo c’era una specie di mobile dove erano appese riviste di vario genere e di fronte al bancone c’erano delle mensole dove trovavano posto  i fumetti.
Non era un edicola molto fornita, anche perchè non aveva posto per esserlo, ma M  poteva trovare qualsiasi cosa cercassi.
Alla edicola da M hai imparatoche la vita va presa con la dovuta calma. M apriva non prima delle 5 del pomeriggio e chiudeva verso le 20.
Che i giornali, quotidiani riviste e non, sono lì per essere letti  e che quando hai finito di leggere, interrotto da qualche cliente te ne puoi anche  andare a casa.
Da M hai imparato che quando sei un frequentatore della edicola, gli altri clienti sono soltanto un intermezzo del tuo spazio. Entrano, chiedono se ci sei prima tu, comprano ed escono. Mentri tu rimani lì.
Da M hai capito che l’edicola deve vendere solo giornali, riviste, fumetti. Qualsiasi altra cosa, dalle penne ai quaderni non è più da edicola.
Da M hai imparato che Grand Hotel è una boiata, che la Gazzetta dello Sport parla solo delle squadre di Milano, che per TuttoSport la Juve giocherebbe con  300 giocatori, che per certi calciatori che si ritirano da giovani non aveva senso proseguire oltre, e questa è una verità assoluta.
Da M hai imparato che esiste gente che legge i giornali a scrocco, che chiede Gloria con  gli occhiali di G. e poi torna lamentandosi che gli occhili fanno schifo.
Che in fondo l’inter fa sempre schifo, anche quando perde. 
Una volta chiusa, con M non ci siamo più visti, e forse è meglio così. In fondo sapete entrambi che non funzionerebbe.
Non hai più cercato una alternativa, adesso acquisti i “giornalini” senza frequentare edicole, perchè deve essere così.
Intanto sulla porta c’è scritto “ l’edicola si è spostata al civico n.più avanti sul lato opposto” ma non parla della stessa edicola, “lei” è rimasta dove è sempre stata.


fsn

lunedì 7 giugno 2010

IO SONO IL MIO UOMO RAGNO!

 

Sono cresciuto con i fumetti Marvel. Ho iniziato a comprare l’uomo ragno dal n. 184 dell’editoriale corno prima ancora di aver imparato a leggere.


Complice mio padre appassionato di fumetti  e un vicino più grande di me già collezionista all’epoca che mi hanno attaccato questo morbo.


Da quel numero ho iniziato a  collezionarli a centinaia. Senza leggerli. Prima i Fantastici Quattro poi Capitan America quindi Thor, Devil Hulk, X-Men


Una estate all’età di 13, forse 14 anni, decisi che era il momento di leggere. Di leggere tutti quei fumetti che avevo comprato e collezionato . Mi dicevo “ e se poi non mi piacciono? Che cavolo li ho comprati a fare?  . Invece non fui deluso. Un susseguirsi di emozioni. Non avevo mai letto niente di simile. Pianeti viventi, Dei, leggende, viaggi nel tempo, surfisti d’argento, divoratori di mondi, martelli magici.  Da allora non mi sono più fermato.


Ovviamente la mia vita non è stata più la stessa e adesso mi trovo qui ad intervistare Peter Parker, l’UOMO RAGNO.
Per prima cosa voglio chiederle, anzi chiederti quando sei nato.
SP- Nel 1962, per la precisione... ma avevo già 16-17 anni
FSN- adesso quanti anni hai?


SP adesso circa 25


FSN- che bello essere un fumetto, in 48 anni sei invecchiato di appena 9-10 anni. Quando sei nato avevi 17 anni. Quando io ho iniziato a leggerti avevo 14 e tu vivevi già da 20 anni ed adesso sei molto più giovane di me.


SP- l’età anagrafica non conta per noi personaggi. Alcuni di noi, che non hanno una storia seriale, rimangono ancorati ad una età per sempre.


FSN- sai ti dò del tu ma sei uno dei miei miti.


Sp- sinceramente non me lo spiego visto che ero il prototipo dello sfigato. Un secchione con gli occhiali che  di solito ne prendeva dai buoni e dai cattivi  . La torcia umana o capitan america, belli, famosi ricchi mi parevano esempi migliori da imitare..


FSN- è vero ma tu avevi qualcosa in più di loro. Non ti arrendevi anche quando sembrava finita, e lasciatelo dire molte volte sembrava davvero finita.......


SP ahahahahahahah hai ragione. Una volta doc ock mi aveva seppellito sotto quintali di macerie, avevo un braccio spezzato e dovevo correre in ospedale a portare un antidoto a mia zia.....me la son vista brutta.


FSN- Non posso fare a meno ogni tanto di guardare il cielo per vedere se ci sei tu che svolazzi con la ragnatela.


SP questo mi pare grave alla tua età...


FSN- da piccolo quando facevamo dei  viaggi in macchina con i miei, guardavo fuori dal  finestrino e immaginavo di vedere te o Thor che ci scortavate sani e salvi alla destinazione....


SP- Sai noi personaggi viviamo grazie a persone come te, se nessuno ci immaginasse moriremmo all’istante, La storia di un fumetto non è sufficiente a tenerci in vita.


Le Storie che immaginate sono quelle che non verranno mai raccontate, che non saranno mai per tutti, ma solo per coloro che le hanno immaginate.


FSN- Ma Allora è come per ciascuno di noi. Come le nostre emozioni, le nostre sensazioni, i nostri sogni che sono solo per coloro che le hanno vissute con noi.


SP si è proprio così. Io non sono altro che una tua emozione. Sono il tuo uomo ragno, diverso dagli uomo ragno di qualsiasi altra persona.


FSN- Ho capito cosa vuoi dire anche se non ti scrivessero più o non ti disegnassero più io sarei in grado di viverne mille di avventure insieme a te.

Sp- vivresti tutte le  vicende che non diventano storie, le occasioni non colte, quello che non vogliamo ricordare, o il loro esatto contrario, vivresti lo spazio tra un numero e il successivo, o vivresti il numero successivo a quello con su scritto la parola fine.
 

fsn 
 

venerdì 28 maggio 2010

dialogo sui massimi sistemi!

Stamani appena uscito dallo studio per andare in Tribunale.

Vucumprà" hei amico, amico......."

tizio di passaggio "......................." silenzio di indifferenza

Vucumprà" hei dottore, dottore...."

tizio di passaggio " seh! La FAVA!"


fsn

mercoledì 26 maggio 2010

e te cosa hai fatto?

«Scusa ma... in tutti questi anni che cosa hai fatto?».

Bella domanda. Che cazzo avevo fatto in tutti quegli anni? Forse Vanessa voleva sapere se mi ero fidanzato, se avevo trovato il mio ruolo nella società, se avevo preso il mutuo per la casa.
Masticai amaro.
Qualcosa doveva essermi sfuggito.
Cazzo avevo fatto in tutto quel tempo?
Ho formato il più grande cervello del dopoguerra, avrei potuto dirle, in uno dei miei slanci di esaltazione.
Ho combattuto, ho sofferto, ho mangiato, ho bevuto e ho dormito, ho sbagliato, ho viaggiato, ho scopato, ho vissuto e ho capito.
Te che hai fatto invece? Hai succhiato il cazzo al Poccini e ti sei ritrovata il negozio di ciabatte. Complimenti, fenomeno.

«Ho tirato a campare», dissi per non farla troppo lunga.


E G, “Donne e topi”

venerdì 21 maggio 2010

Si respira aria di cambiamenti!

Finalmente le cose stanno cambiando.
Me ne sto rendendo conto da piccoli ed inequivocabili segnali.
Tutto sta cominciando a funzionare.
La crisi economica si sta disperdendo come lacrime nella pioggia,
il clima di tensione sociale è stato superato da uno stato di pacifica tolleranza,
guerre, razzismo, disastri ambientali, integrazione raziale,
sono parole sul viale del tramonto.
Come la stella cometa, come i segnali dell'Apocalisse
anche fsn ha riconosciuto i lampi della svolta.
Gli uffici dell'Amministrazione Pubblica non sono stai mai così efficienti, come adesso.
Il centralino del Comune di F........ in attesa di passarmi l'Ufficio Anagrafe
non ha messo uno scontato Bolero, o imagine, o per Elisa, o altre musiche lignaggio del vecchio sistema.
Non vi era dubbio alcuno, le note e le parole in lingua straniera che si irradiavano dalla cornetta,
erano quelle giapponesi della Ballata di Lynn
sigla di chiusura della seconda serie di Kenshiro.
Se questo non è abbastanza................

fsn