Ritorno da una uggiosa trasferta.
Il freddo, il gelido vento sul volto al mattino presto, mi hanno svegliato.
La giornata è diventata ovattata al ritorno
è una giornata che mi avrebbe fatto chiudere gli occhi sul treno mentre leggo dandolato dal vagone,
e gli altri parlano e io ascolto e non ascolto,
di tanto in tanto sposto il segnalibro ,
e intanto mi lascio portare verso casa.
fsn
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giovedì 30 dicembre 2010
esterno giorno!
domenica 26 dicembre 2010
fumetto ......niente più niente meno!
Perfino quel che sognamo, la vita a cui aspiriamo, i sentimenti che crediamo di avere sono influenzati distorti, piegati dalla logica del mercato e dello spettacolo.
Per quanto mi sforzi di guardare poca tv e di leggere molto, anche io vivo immerso in questo mare d'apparenza, da cui è impossibile uscire immuni.....
venerdì 24 dicembre 2010
Procedura civile true romance!!
Ero rimasto solo in casa quella sera di giugno.
Il mio compleanno era molto vicino e io il giorno dopo dovevo sostenere l’esame di procedura civile.
Le novelle sulla difficoltà dell’ esame e sul professore avevano raggiunto toni leggendari.
Studenti che avevano ripetuto l’esame 6-7 volte.
Io come al solito nella incoscienza di essere me stesso, non avevo mai assistito ad una lezione, anzi il professore non lo avevo nemmeno mai visto
Mesi prima avevo messo la testa dentro l’aula durante una sessione di esame, subito ritirata indietro perchè uno studente si era alzato dalla sedia per chiedermi di studiare insieme a lui. Alla sua domanda non risposi, la mia mente era occupata a chiedersi ” ma come??? con tutte le ragazze che ci sono qui questo che fa?? Lo chiede a me?”
L’ingenuità di allora.
Si diceva che i non frequentanti non avrebbero mai preso più di 24-25 e che comunque mai un "non frequentante" avrebbe superato la prova al primo colpo.
Così quella sera in casa, solo, "me stesso" era diviso tra due pensieri.
Da una parte il mio io positivo mi ripeteva “ lo passi sicuro, perchè non dovresti? Sei mai bocciato quando hai studiato??. No!!! Beh è un esame e niente più e te sei uno studente e niente meno." L’altra, il lato B ripeteva” certo sei un incosciente, c’è gente che prende tutte le domande da anni per passarlo, e te vai lì senza conoscere nemmeno la faccia del prof, come pensi di passare “ e io mi rispondevo qualcosa faccio.
I pensieri mi tormentavano, e l’essere solo non facilitava il proseguo della serata.
Presi in mano una videocassetta Una vita al massimo, la prima sceneggiatura di Tarantino, ancora sconosciuto, diretto da Tony Scott.Un capolavoro.
Sulla scena di Hopper che parla con il boss della mafia Walken, sulla origine negra dei siciliani la mente aprì il sipario e io capii.
Non capii cosa capii, ma le mie due metà si fusero in una sola e si sciolsero in una calma atavica
L’esame era scomparso e io ero Clarence in fuga con Alabama,
Avevo vicino a me il fantasma di Elvis che mi ammoniva come una sorta di grillo parlante
Così mi addormentai come un bambino cullato dalla madre.
In aula avevo in mente soltanto le parole di Don Vincenzo al padre di Clarence
Worley: Hm... Sa, io leggo molto, soprattutto libri di storia. Li trovo affascinanti. È un fatto, forse lei non lo sa, che i siciliani discendono dai negri.
Don Vincenzo: ...sul serio? Eh eh eh...
Worley: Eh eh eh, si! Sì, è dimostrato, davvero! Il sangue siciliano è mescolato al sangue negro.
Don Vincenzo: Ah, avete sentito?
Worley: Eh, se non ci crede può andare a controllare. Molte centinaia di anni fa i Mori conquistarono la Sicilia: e i Mori erano negri.
Don Vincenzo: Ah si?
Worley: A quei tempi i siciliani erano come gli Italiani del nord: occhi azzurri e capelli biondi, ma... ma poi arrivarono i Mori... e le cose cambiarono. I Mori scoparono tanto con le donne siciliane, hm?, che i loro geni finirono col prevalere. Ecco perché da capelli biondi e occhi azzurri si passa a capelli neri e pelle scura.
Don Vincenzo: Ah!
Worley: Beh è stupefacente, se si pensa che, che al giorno d'oggi, centinaia di anni dopo, i siciliani portano ancora il gene dei negri.
Don Vincenzo: Hhhh ah ah ah ah ah!
Worley: No, dico davvero! Davvero, sto citando i libri di storia! È documentato! È storia, è documentato!
Don Vincenzo: Com'è simpatico, eh!
Worley: Sì... sì...
Don Vincenzo: Davvero...
Worley: Sì, i suoi antenati erano negri! Eh?
Don Vincenzo: Ah ah ah!
Worley: E la sua bis-bis-bis-bis-bisnonna ha scopato con un negro, eh?, eh? e ha partorito un negretto! Ora, questa è una bella storia. Mi dica: ho mentito?
Don Vincenzo: No...
Worley: Perciò, lei è un bastardo.
Don Vincenzo: Ah ah ah! Che bravo, eh?
Worley: Eh? Negro! Negro, negro!
Don Vincenzo: E questa è storia, ah ah ah! Che divertente, davvero! [Lo bacia] È fantastico, davvero, sì! La pistola [rivolto sottovoce a Lenny]. Ah ah ah! [Gli spara tre colpi] È dall'84 [spara] che non uccidevo nessuno [spara altri due colpi]. Poi vengo a casa di questo commediante, per scoprire dov'è quello stronzo di suo figlio, e devo subire gli insulti di questo figlio di puttana.
Luca: Frank, che ci disse?
Frankie: Disse che i siciliani sono negri e Don Vincenzo 'o 'mmazzò
Luca: Ah. E bbono fece.
Don Vincenzo: Questa famiglia del cazzo l'anniento. [Sputa sul cadavere]
E tra me ridevo, non ero nemmeno preoccupato del fatto che dell’esame non mi fosse rimasto niente.
Alla prima domanda il sipario si apre e io davanti a me non avevo più Il professore avevo Don vincenzo ma stampata nella mente avevo tutta la procedura articolo per articolo.
Presi il voto più alto da non frequentante della facoltà da non so quanto tempo.
E andando via mi ripetevo le parole di Elvis, o forse era lui a ripetermele, “tu mi sei simpatico, mi sei sempre piaciuto, e mi piacerai sempre.”
I love cinema
fsn
giovedì 23 dicembre 2010
L'anno che verrà!
E' stato un anno pieno di cose
così di corsa che sembra
quasi non essere nemmeno mai iniziato.
Sarà per questo che mi pare di essere rimasto indietro di alcuni mesi.
Il tempo è scivolato via
come un palloncino dalle mani di un bambino.
I mesi e i giorni hanno perso i contorni
avvolti dalla nebbia di questi ultimi giorni,
lasciando spazio a nuove possibilità
e a confini dai colori più vivi.
Seguo la strada che mi si forma davanti,
ne seguo il sentiero raccogliendo i sassi come pollicino,
magari mi porterà proprio dove voglio.
Intanto fuori piove,
il rumore della pioggia
mi disegna una sottile allegria.
Il nuovo anno bussa alla porta
ed io con un sorriso
la apro.
fsn
martedì 21 dicembre 2010
DIXIT!
«Un giorno, dopo un brutto fallo ricevuto, l'autore del fallo (un certo Jorge Valdano) mi accusò di simulazione.
Al che io gli dissi: "Quanti anni hai, ragazzo?".
Lui con aria seccata rispose: "20 anni".
"A 20 anni, a Johan Cruijff.. si da del lei"».
lunedì 20 dicembre 2010
Fairytale Of New York
Fairytale Of New York
Pogues
It was christmas eve babe
in the drunk tank
an old man said to me
won`t see another one
but then they sang a son
the rare old mountain dew
I turned my face away
and dreamed about you
Got on a lucky one
came in eighteen to one
I´ve got a feeling
this year´s for me and you
so happy christmas
I love you baby
I can see another one
where all our dreams come true.
They got cars big as bars
they got rivers of gold
but the wind goes right through you
it´s no place for the old
when you first took my hand on a cold christmas day
you promised me broadway was waiting for me
You´re handsome you´re pretty
queen of new york city
when the band finished playing they hold out from more
Sinatra was swinging all the drunks they were singing
we kissed on a corner
and danced through the night.
And the boys from the NYPD choir were singing Galway
Bay
and the bells were ringing out
for christmas day.
You´re a bum you´re a punk
you´re an old slut on junk
lying there almost dead on a drip in that bed
You scambag you maggot
you cheap lousy fagott
happy christmas you arseI pray god it´s our last.
And the boys of the NYPD choir were singing Galway Bay
and the bells were ringing out
for christmas day.
I could have been someone
well so can everyone
you took my dreams from me
when I first found you
I took them with me babe
I put them with my own
can´t make it all alone
I´ve built my dreams around you
And the boys of the NYPD choir were singing Galway Bay
and the bells were ringing out
for christmas day.
Favola Di Natale
Era la vigilia di Natale, cara
Nella camera degli ubriachi***
Un vecchio mi disse
Non ne vedrai un altro
Ma poi cantarono una canzone:
''The Rare Old Mountain Dew'' ****
Ho voltato il viso
E ti ho sognata
È andata bene
Entrarono diciotto a uno
Ho la sensazione
che quest'anno sia per te e me
e allora buon natale
ti amo baby
ne vedo un altro
dove si avverano tutti i nostri sogni.
Hanno macchine grandi come bar
Hanno fiumi d'oro
Ma il vento ti passa attraverso
Non è un posto per i vecchi
Quando all'inizio mi prendesti per mano
In un freddo giorno di natale
Mi assicurasti che broadway aspettava me
Sei bella, sei carina
Regina di new york
Quando la band smise di suonare, ne chiesero ancora
Sinatra dondolava, gli ubriachi cantavano
Ci baciammo in un angolo
E ballamo nella notte
E i ragazzi del coro NYDP cantavano Galway Bay*
E le campane risuonavano
Per il giorno di natale
Sei un barbone, sei un teppista
Sei una vecchia troia drogata
Li' sdraiata quasi morta con la flebo in quel letto
Tu ladro tu bruco
Tu piccolo insignificante frocio
Buon natale coglione, prego Dio che sia l'ultimo per
te**
E i ragazzi del coro NYDP cantavano La Baia Di Galway
E le campane risuonavano
Per il giorno di natale
Avrei potuto essere qualcuno
Bè, chiunque potrebbe esserlo
Mi togliesti i sogni
Quando all'inizio ti trovai
Li ho presi con me, baby
Li ho messi con ciò che mi appartiene
Non posso farcela da solo
Ho costruito i miei sogni intorno a te
E i ragazzi del coro NYDP cantavano La Baia Di Galway
E le campane risuonavano
Per il giorno di natale
domenica 19 dicembre 2010
FSN E MARK!
Credo che la stessa cosa la dovrebbe fare anche il mio compagno di squadra Mark Lenders. Certo, in quanto prototipo del tamarro, un gattino non sarebbe indicato, ma credo che, visto il suo gusto estetico, saprebbe trovare quello che sarebbe più adatto.
Il povero Mark non ha avuto un infanzia facile. E per questo cerco di dargli una mano.
Nato "nero" in una famiglia giapponese da centinaia di generazioni, è stato fin dalla nascita oggetto di studi scentifici. La madre ha sempre negato rapporti extraconiugali attribuendo il colore della pelle di Mark alle numerose lampade che in quel periodo si stava facendo per partecipare al concorso Miss lampada Giappone.
Il marito non aveva motivi per dubitare il contrario, sapendo che sua moglie non si allontanava da casa se non appunto per andare a farsi le lampade da Matsugoro Sakurambo detto l'africano, strano giapponese senza occhi a mandorla, con i capelli ricci(mai visto un giapponese con i capelli ricci) e un enorme naso forato da un campanello d'oro.
L'emarginazione che il colore della pelle provocò, spinse Mark a abbracciare la filosofia del bullo di periferia.
Si vestì di conseguenza.
Maglia a maniche corte arricciate, si dice per nascondere fin dall'età di 3 anni un pacchetto di Malboro, ma nessuno ha mai visto cosa ci sia in realtà. Jeans sdruciti e capelli lunghi fino agli occhi tanto da coprirne uno solo.
A scuola il povero Mark non è mai stato una cima, tanto da abbondarla per dedicarsi al gioco del calcio spinto da un barbone alcolizzato che si fingeva un allenatore e che stranamente feceva allenare Mark in riva al mare con un pallone da 5 KG colpendolo con un bastone sulla schiena tutte le volte che cercava di riposare, per poi tirarlo su con massiccie dosi di alcol.
Il barbone insegnò a Mark che nel calcio come nella vita quello che conta è fare tutto da soli e mandare tutti gli avversari in ospedale, per poi vincere 2-0 a tavolino per mancanza di avversari.
Ben presto applicò gli insegnamenti nelle partite diventando un idolo per tutti i giapponesi che adesso si tingono la faccia di nero e si arricciano le maniche delle magliette, tanto da eleggerlo icona tamarra del Giappone.
Chissà se si facesse un tatuaggio che successo....
fsn
martedì 14 dicembre 2010
Dedicato!
di un libro che ho già letto e
che tu devi ancor scoprire,
ma quando capirai che cerchi un libro che non c'è,
allora
ti ricorderai
di me...
F.G.
venerdì 10 dicembre 2010
Cosa mai vista nemmeno per delitti politici.
E' possibile che nessuno del PD abbia detto niente al riguardo.
SILENZIO.
E' possibile che si vada a criticare Renzi perchè ha dato una mano a Napoli e all'Italia
accordandosi con il Presidente del Consiglio per l'utilizzo di tre compattatori per i rifiuti.
O che si imponga allo stesso di parlare con Berlusconi no ad Arcore ma a Palazzo Chigi, deserto adesso.
Poi ci si domanda perchè l'Italia sia in mano a Brelusconi o di chi sia la colpa.
mercoledì 8 dicembre 2010
peter o fsn?
Leggere qualcosa che ti descriva così bene senza che in realtà lo scittore pnsi a te, anzi nemmeno sappia che esisti. Lascia senza fiato.
Passano gli anni e invece di 10 sono molti di più, ma trovi qualcosa di diverso?
no , assolutamente no.
Come allora mi capita di assentarmi, da tutto e da tutti. E come alllora gli altri si domandano cosa stia pensando e che mi stia succedendo.
Due parole su Peter
Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi
dicevano che era un bambino difficile. Lui però
non capiva in che senso. Non si sentiva per niente
difficile. Non scaraventava le bottiglie del latte
contro il muro del giardino, non si rovesciava
in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue,
e neppure se la prendeva con le caviglie di sua nonna
quando giocava con la spada, anche se ogni
tanto aveva pensato di farlo. Mangiava di tutto,
tranne, s’intende il pesce, le uova, il formaggio e
tutte le verdure eccetto le patate. Non era più rumoroso,
più sporco o più stupido degli altri bambini.
Aveva un nome facile da dire e da scrivere e
una faccia pallida e lentigginosa, facile da ricordare.
Andava tutti i giorni a scuola come gli altri e
senza fare poi tante storie. Tormentava sua sorella
non più di quanto lei tormentasse lui. Nessun
poliziotto era mai venuto a casa per arrestarlo.
Nessun dottore in camice bianco aveva mai proposto
di farlo internare in un manicomio. Gli pareva,
tutto sommato, di essere un tipo piuttosto facile.
Che cosa c’era in lui di così complicato?
Fu solo quando era ormai già grande da un pezzo
che Peter finalmente capì. La gente lo considerava
difficile perché se ne stava sempre zitto. E a
quanto pare questo dava fastidio. L’altro problema
era che gli piaceva starsene da solo. Non sempre
naturalmente. Nemmeno tutti i giorni. Ma per
lo più gli piaceva prendersi un’ora per stare tranquillo
in qualche posto, che so, nella sua stanza,
oppure al parco. Gli piaceva stare da solo, e pensare
i suoi pensieri.
Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che
cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci
anni. Ed è impossibile sapere di una persona che
cosa pensa, se quella persona non lo dice. La gente
vedeva Peter sdraiato per terra un bel pomeriggio
d’estate, a masticare un filo d’erba o a contemplare
il cielo. «Peter! Peter! A che cosa pensi?»
gli domandavano. E Peter si rizzava a sedere di soprassalto
dicendo: «A niente. Davvero!» I grandi
sapevano che nella sua testa qualcosa doveva pur
esserci, ma non riuscivano né a vedere né a sentire
che cosa. Dirgli di smettere non potevano, non
sapendo che cosa stesse facendo. Magari stava pensando
di dare fuoco alla scuola, o di dare sua sorella
in pasto a un alligatore, o di scappare di casa
a bordo di una mongolfiera, ma loro non vedevano
altro che un ragazzino tutto preso a contemplare
il cielo senza battere ciglio, un ragazzino che,
se qualcuno lo chiamava, neppure rispondeva.
Quanto a stare per conto suo, be’, neanche quello
ai grandi andava giù. A mala pena sopportano
che lo faccia uno di loro. Se ti unisci alla compagnia,
la gente sa che cosa ti passa per la mente. Perché
è la stessa cosa che sta passando per la mente
degli altri. Se non vuoi fare il guastafeste, devi
unirti alla compagnia. Ma Peter non la pensava così.
Non aveva niente in contrario a stare con gli al-
tri quando era il caso. Ma la gente esagera. Anzi,
secondo lui, se si fosse sprecato un po’ meno tempo
a stare insieme e a convincere gli altri a fare lo
stesso, e se ne fosse dedicato un po’ di più a stare
da soli e a pensare a chi siamo e chi potremo essere,
allora il mondo sarebbe stato un posto migliore,
magari anche senza le guerre.
A scuola Peter spesso lasciava Peter seduto nel
banco, mentre la sua mente partiva per lunghi
viaggi, ma anche a casa gli era capitato di avere
delle noie per quei sogni a occhi aperti. Un Natale
il padre di Peter, Thomas Fortune, stava sistemando
le decorazioni in soggiorno. Detestava fare
quel lavoro. Diventava sempre di cattivo umore.
Quella volta, doveva attaccare dei nastri in alto
in un angolo. Be’, proprio in quell’angolo c’era una
poltrona e seduto su quella poltrona a fare niente
di speciale, c’era Peter.
– Non ti muovere, – disse Mr Fortune. – Adesso
salgo sulla poltrona per arrivare al muro.
– Va bene, – disse Peter. – Fa’ pure.
Ed ecco Mr Thomas Fortune salire sopra la poltrona,
e Peter salire in groppa ai suoi pensieri. A
vederlo si sarebbe detto che non faceva nulla, ma
in realtà era occupatissimo. Si stava inventando
un modo emozionante di scendere dalle montagne
con un attaccapanni e una corda ben tesa tra due
pini. Continuò a pensarci mentre suo padre stava
ritto sullo schienale della poltrona, ansimando e
stirandosi per arrivare al soffitto. Come si poteva
fare, pensava intanto Peter, per scivolare senza andare
a sbattere negli alberi che tenevano la corda?
Chissà, forse l’aria di montagna stuzzicò l’appetito
di Peter. Fatto sta che in cucina c’era un
pacchetto nuovo di biscotti al cioccolato. Non era
bello continuare a ignorarli. Peter non fece in tempo
ad alzarsi che sentì alle sue spalle un orrendo
frastuono. E si voltò proprio mentre suo padre cadeva
a testa prima nel buco tra la poltrona e il muro.
Poi Mr Fortune riapparve, per prima la testa
di nuovo. Sembrava deciso a fare Peter a pezzettini.
Dall’altra parte della stanza, la mamma si teneva
stretta la mano sulla bocca per non farsi sorprendere
a ridere.
– Oh, scusa papà, – disse Peter. – Mi ero dimenticato
che eri lì.
"l'inventore di sogni"
domenica 5 dicembre 2010
.......................!
Ennesima svolta dell'anno!
Il 1 dell'anno si compie un altro passo
da troppo tempo sospeso in un' inspiegabile nuvola
ma che adesso va fatto,
troppe cose mi hanno rotto le scatole
e altre sono troppo importanti per essere trascurate.
Svolta svolta c'è da stare attenti però
a non tornare al punto di partenza.
mercoledì 1 dicembre 2010
ma come ho giocato........lacrime di gioia.
Ieri mi avrebbero potuto tirare addosso un camion e sarei stato in grado di rispondere e ribattere. Magari con un vincente.
Ad ogni punto una esultanza sempre maggiore.
L'insegnante che mai mi ha detto bel punto, nemmeno ieri tra l'altro, mi guardava e rideva soddisfatta come dire lo sapevo io lo sapevo.....
E io dall'altra parte del campo che passavo l'avversario lungo linea di diritto, oppure con un rovescio sulla riga e dopo con un cross stretto di diritto velocissimo, quando non chiudevo direttamente da fondo ....
Non è facile liberarsi dai pensieri, e non è facile non pensare ai colpi che devi fare, ma quando succede, istintivamente, arriva l'impulso" incrociato" "palla corta" e il braccio esegue....punto.
fsn