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mercoledì 29 agosto 2012

C'era una volta l'estate...

...lunga, interminabile, calda e piena di aspettative solo come può esserlo l'estate di un ragazzo di 13 anni.
Forse è un'impressione, ma mi sembra che oggi  le cose succedano più in fretta che quando ero bambino. Non soltanto per il fatto di essere cresciuto ma per una condizione generale. Non solo auto e aerei e la velocità della luce, sto parlando della velocità della vita. Un tempo, si lavorava dalle nove alle cinque, o dalle 8 alle 14, si era a 
casa alle cinque e trenta o comunque per gran parte del pomeriggio, si giocava coi bambini al tramonto, oppure si faceva quello che più ci piaceva e andava di fare, poi si cenava alle sette-otto. Qualche ora a conversare o ad ascoltare la radio poi un pò di Tv e poi a letto. Ora... più gadget e meno qualità. Più cose, ma meno tempo per usarle. La gente attraversa di corsa la vita come se stesse per perdere l'autobus, affannata, incapace di rallentare. Forse timorosa di rallentare per paura di pensare. I giorni frantumati in ore, in minuti, in secondi, in appuntamenti. Tic, tic, tic, tic. E una dopo l'altra, le calde, lunghe notti d'estate che ci ricordano che è bello essere vivi anche solo per cercare un angolo di fresco, soccombono a rumori elettronici, isolamento e all'allettamento isolato dell'aria condizionata. Questo non è più il mondo in cui sono nato, e la cosa terribile, la cosa più devastante è che non so come riaverlo. È perduto.