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lunedì 28 giugno 2010

Di idioti......e idioti.

 Ogni tanto, nella mal riposta speranza che il calcio sia qualcosa di meglio dell'oppio  della nostra società, cedo alle lusinghe della pubblicità e provo a guardare qualche partita.
Come in un pessimo libro giallo dove a pagina 10 sai già il nome dell'assassino, al quarto d'ora del primo tempo spengo perchè l'indirizzo della partita è già stato stampato sulla busta.
Un fuorigioco inesistente fischiato a Rooney quando era solo davanti al portiere, un secondo fuorigioco altrettanto inesistente su un colpo di testa che per fortuna dell'arbitro è finito sulla traversa, un fallo dell'attaccante tedesco sul difensore inglese in occasione del primo gol. Infine il gol del 2 a 2  non visto da 4 arbitri, ma  da qualche milione di persone si.

Non contento mi sono sorbito anche il primo gol dell'Argentina con Tevez tre metri in fuorigioco. Ma lo sappiamo i messicani son più peones degli argentini.

La stampa tutta ha dato risalto alla sconfitta degli inglesi. In italia c'è  anche chi ha dichiarato guerra ad una nazione intera.
"a casa i maestrini inglesi. Idioti erano ..idioti restano..." di un grande paese è rimasta solo la boria. IL GIORNALE.
Il tutto condito da un’analisi geopolitica di altissimo livello, parlando del declino industriale della GB con un tono che sembra preso dalle cronache del colonialismo del Ventennio, ci manca soltanto il saluto romano e il caro duce che trebbia il grano.

Perchè gli inglesi sono così antipatici? qui in Italia dico.

Forse perchè nelle guerre si son schierati sempre dall'altra parte, rispetto a noi, che poi alla fine era anche la parte giusta.?

Forse perchè cercano di conservare la loro identità, le loro tradizioni senza chinare il capo?.


Forse perchè il loro impero coloniale è ancora troppo vicino, temporalmente intendo, rispetto all'impero romano, da ingenerare spirito di libertà negli altri.?

forse perchè sono riusciti a realizzare una reale integrazione razziale, senza sfociare in razzismi da clan o di bassa Lega anni prima degli altri?.

forse perchè hanno avuto dei governi di sinistra agli antipodi dei nostri di destra attuali?

O forse perchè qui hanno sempre avuto più proseliti i campi di concentramento, le superiorità di razza, le differenze in classi, invece del loro contrario?.


o forse solo perchè l'Inghilterra ieri giocava di rosso ?

Comunque io alla nostra preferisco la loro di idiozia.


fsn 



  

domenica 27 giugno 2010

....


Ho chiuso un attimo gli occhi
e giugno era sparito

intanto oggi invecchio di un anno

il sole è alto

ed è una bella giornata

ed io come sempre mi perdo

in un mare

di possibilità.

venerdì 18 giugno 2010

internet cambia la vita!

 Grazie ad internet e alla adsl in casa, sono cambiate le abitudini sessuali e i costumi pornografici.
Da ragazzino l’unica opportunità di vedere qualcosa ce la davano i giornaletti che erano o a fumetti o in forma di fotoromanzo.
Nel mio paese anche il barbiere era provvisto del Tromba o del Camionista edizioni “lo squalo”. Che tu avessi 5 anni o 25 non faceva differenza, il giornaletto, per la cultura democratica dell’epoca, era a disposizione di tutti. Ti sedevi in attesa del tuo turno e sfogliandoli vedevi strani personaggi con enormi piselli e tette spropositate duellare per pagine e pagine.

I fotoromanzi invece, essendo più realistici, nel senso che le foto erano di persone vere, non erano a buon mercato. Potevi imbatterti in alcuni di essi o per puro caso, oppure te li poteva procurare il bulletto delle medie. In questi grand Hotel versione Hard venivano riscritti in versione  rivista e corretta i più elementari rapporti tra le persone. Tipo insegnante e studente, oppure cassiera cliente, oppure benzinaio e automobilista.

Nelle prime tre vignette venivano descritti i personaggi. Una improbabile quanto procace bionda vestita con minigonna e canottiera conversa, probabilmente disquisendo sulla pompa di benzina, con il benzinaio, un energumeno in tuta di jeans e nudo sotto. A pagina due, dopo che lei aveva già cambiato pompa, lui la stava già montando da dietro senza neanche sapere se la macchina andava a diesel o a benzina. In pratica dopo la stretta di mano di presentazione, si passava all’accoppiamento con tanto di pompino e scambio di liquidi corporei di ogni genere.

L’epoca dei giornaletti è stata sostituita dai distributori automatici  di videocassette. Questa nuova e straordinaria invenzione permetteva in totale libertà e anonimato di andare al distributore e scegliere su una vastissima gamma di titoli, il film porno o pornazzo.
Tale pratica tuttavia presentava alcune insidie  da non sottovalutare. Prima cosa dovevi farti  una tessera personale. Quella familiare era inutilizzabile. Perchè accanto a Rocky 3 o i Goonies sarebbe stato difficile spiegare a tua mamma che qualcuno, sicuramente un alieno o un ladro di tessere, aveva noleggiato “Stasera si tromba” “ con il culo trapanato ogni guasto è riparato”  “ eiacula la vampira” o Scopando si impara” e che quel qualcuno non eri tu..
Altro problema da non sottovalutare consisteva nel fatto che non sempre il codice della videocassette veniva letto dai distributori. A quel punto onde evitare l’antipatica scena di dover entrare dentro il negozio dicendo “ il distributore non riprende questa videocassetta” e magari sentirsi rispondere” che è un porno? No perchè lo fa sempre con quelle porno” “ no no per carità” “ come no “per chi suona la mi fava” è un  porno è un porno....dammi qua ci penso io”, l’unica soluzione era non riportare mai più il film accumulando un debito negli anni di circa 500.000,00 euro.
Adesso internet ha risolto gran parte dei problemi, l’uniche controindicazioni si verificano magari quando  si pianta il pc e lo devi portare ad accomodare con un hard disk pieno di pornazzi e il tecnico mentre lo guarda dice “ bello questo pornazzo, adesso me lo copio....
Ma questa è un’altra storia.
 fsn

lunedì 14 giugno 2010

L'edicola da M..

 Passando per via P Luc ti sei reso conto qualche giorno fa che l’edicola di Sp, quella vecchia, il buco sulla strada era stata chiusa per sempre.
In realtà le cose non stanno proprio così, almeno per il resto del mondo. Si è infatti spostata davanti, sull’altro lato della strada. Ma questo non è altro che un dettaglio. L’edicola è chiusa per sempre.
Erano anni ormai che non ci andavi più a comprare i fumetti o i giornalini. Aveva cambiato gestione ormai da 5 anni.
L’edicola da M è stata la tua prima edicola .  Prima del 1989-1990 non ne avevi frequentate altre. I giornalini li comprava mio babbo. Da piccolo salivi sul ponte di Pon... dalla Marianna ma non si può dire che a 9 anni frequentassi un edicola..
Probabilmente non ne frequenterai altre.
Grazie a M il proprietario l’hai fatta diventare un appuntamento fisso, una sorta di incontro settimanale.
L’edicola di M era non più di grande di un ripostiglio. 2 metri in larghezza e 3 in lunghezza. Il bancone era fatto da tavolacci di legno su cui erano appoggiati i quotidiani. In fondo c’era una specie di mobile dove erano appese riviste di vario genere e di fronte al bancone c’erano delle mensole dove trovavano posto  i fumetti.
Non era un edicola molto fornita, anche perchè non aveva posto per esserlo, ma M  poteva trovare qualsiasi cosa cercassi.
Alla edicola da M hai imparatoche la vita va presa con la dovuta calma. M apriva non prima delle 5 del pomeriggio e chiudeva verso le 20.
Che i giornali, quotidiani riviste e non, sono lì per essere letti  e che quando hai finito di leggere, interrotto da qualche cliente te ne puoi anche  andare a casa.
Da M hai imparato che quando sei un frequentatore della edicola, gli altri clienti sono soltanto un intermezzo del tuo spazio. Entrano, chiedono se ci sei prima tu, comprano ed escono. Mentri tu rimani lì.
Da M hai capito che l’edicola deve vendere solo giornali, riviste, fumetti. Qualsiasi altra cosa, dalle penne ai quaderni non è più da edicola.
Da M hai imparato che Grand Hotel è una boiata, che la Gazzetta dello Sport parla solo delle squadre di Milano, che per TuttoSport la Juve giocherebbe con  300 giocatori, che per certi calciatori che si ritirano da giovani non aveva senso proseguire oltre, e questa è una verità assoluta.
Da M hai imparato che esiste gente che legge i giornali a scrocco, che chiede Gloria con  gli occhiali di G. e poi torna lamentandosi che gli occhili fanno schifo.
Che in fondo l’inter fa sempre schifo, anche quando perde. 
Una volta chiusa, con M non ci siamo più visti, e forse è meglio così. In fondo sapete entrambi che non funzionerebbe.
Non hai più cercato una alternativa, adesso acquisti i “giornalini” senza frequentare edicole, perchè deve essere così.
Intanto sulla porta c’è scritto “ l’edicola si è spostata al civico n.più avanti sul lato opposto” ma non parla della stessa edicola, “lei” è rimasta dove è sempre stata.


fsn

lunedì 7 giugno 2010

IO SONO IL MIO UOMO RAGNO!

 

Sono cresciuto con i fumetti Marvel. Ho iniziato a comprare l’uomo ragno dal n. 184 dell’editoriale corno prima ancora di aver imparato a leggere.


Complice mio padre appassionato di fumetti  e un vicino più grande di me già collezionista all’epoca che mi hanno attaccato questo morbo.


Da quel numero ho iniziato a  collezionarli a centinaia. Senza leggerli. Prima i Fantastici Quattro poi Capitan America quindi Thor, Devil Hulk, X-Men


Una estate all’età di 13, forse 14 anni, decisi che era il momento di leggere. Di leggere tutti quei fumetti che avevo comprato e collezionato . Mi dicevo “ e se poi non mi piacciono? Che cavolo li ho comprati a fare?  . Invece non fui deluso. Un susseguirsi di emozioni. Non avevo mai letto niente di simile. Pianeti viventi, Dei, leggende, viaggi nel tempo, surfisti d’argento, divoratori di mondi, martelli magici.  Da allora non mi sono più fermato.


Ovviamente la mia vita non è stata più la stessa e adesso mi trovo qui ad intervistare Peter Parker, l’UOMO RAGNO.
Per prima cosa voglio chiederle, anzi chiederti quando sei nato.
SP- Nel 1962, per la precisione... ma avevo già 16-17 anni
FSN- adesso quanti anni hai?


SP adesso circa 25


FSN- che bello essere un fumetto, in 48 anni sei invecchiato di appena 9-10 anni. Quando sei nato avevi 17 anni. Quando io ho iniziato a leggerti avevo 14 e tu vivevi già da 20 anni ed adesso sei molto più giovane di me.


SP- l’età anagrafica non conta per noi personaggi. Alcuni di noi, che non hanno una storia seriale, rimangono ancorati ad una età per sempre.


FSN- sai ti dò del tu ma sei uno dei miei miti.


Sp- sinceramente non me lo spiego visto che ero il prototipo dello sfigato. Un secchione con gli occhiali che  di solito ne prendeva dai buoni e dai cattivi  . La torcia umana o capitan america, belli, famosi ricchi mi parevano esempi migliori da imitare..


FSN- è vero ma tu avevi qualcosa in più di loro. Non ti arrendevi anche quando sembrava finita, e lasciatelo dire molte volte sembrava davvero finita.......


SP ahahahahahahah hai ragione. Una volta doc ock mi aveva seppellito sotto quintali di macerie, avevo un braccio spezzato e dovevo correre in ospedale a portare un antidoto a mia zia.....me la son vista brutta.


FSN- Non posso fare a meno ogni tanto di guardare il cielo per vedere se ci sei tu che svolazzi con la ragnatela.


SP questo mi pare grave alla tua età...


FSN- da piccolo quando facevamo dei  viaggi in macchina con i miei, guardavo fuori dal  finestrino e immaginavo di vedere te o Thor che ci scortavate sani e salvi alla destinazione....


SP- Sai noi personaggi viviamo grazie a persone come te, se nessuno ci immaginasse moriremmo all’istante, La storia di un fumetto non è sufficiente a tenerci in vita.


Le Storie che immaginate sono quelle che non verranno mai raccontate, che non saranno mai per tutti, ma solo per coloro che le hanno immaginate.


FSN- Ma Allora è come per ciascuno di noi. Come le nostre emozioni, le nostre sensazioni, i nostri sogni che sono solo per coloro che le hanno vissute con noi.


SP si è proprio così. Io non sono altro che una tua emozione. Sono il tuo uomo ragno, diverso dagli uomo ragno di qualsiasi altra persona.


FSN- Ho capito cosa vuoi dire anche se non ti scrivessero più o non ti disegnassero più io sarei in grado di viverne mille di avventure insieme a te.

Sp- vivresti tutte le  vicende che non diventano storie, le occasioni non colte, quello che non vogliamo ricordare, o il loro esatto contrario, vivresti lo spazio tra un numero e il successivo, o vivresti il numero successivo a quello con su scritto la parola fine.
 

fsn