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martedì 28 settembre 2010

ECCOLI ECCOLI ASTROROBOT!!!


Un' udienza a Prato, con un collega del posto, è stata una sfida all'ultimo sangue...

ma dici a me?..........ma dici a me?......
hei con chi stai parlando?...dici a me? Non ci sono che io qui...
Di... ma con chi credi di parlare?
ah si ..va bene...State a sentire stronzi...io ne ho abbastanza....

 


 caro collega se vuoi la guerra, è proprio ciò che avrai, non mi piacciono i tipi come te...
 


Stamani l'udienza è stata una guerra ..
.non mi ero mai divertito  tanto.....

avvocati COME QUELLO DI STAMANI DOVREBBERO ESSERE ESPULSI, NON FOSSE ALTRO PER LA LORO TOTALE IGNORANZA DELLA MATERIA....



Se non è adesso sarà in Appello o in Cassazione ma non cederò di un millimetro.




 

domenica 26 settembre 2010


Mi trovo all'ennesimo corso di aggiornamento.
Mi defilo in un angolo della sala,
non troppo in fondo, però..
mi domando di cosa stiano parlando
 quali cose tanto importanti si stiano raccontando
queste persone che a mala pena si conoscono.
Perdo il filo del discorso del relatore dopo poche parole
e mi arrampico sopra una nuvola che mi porta in alto.
Fisso sensazioni, pensieri, attimi......poi niente.
Che ad un certo punto
riesci a baypassare la necessità di fissare l’attimo con la parola,
di ingabbiare il momento nella struttura rigida della frase,
e lasci a ciò che accade la libertà totale di essere vissuto fino alla fine,
foss’anche quella di scomparire e dissolversi,
se così deve essere.

venerdì 24 settembre 2010

QUELLI ....


Quelli belli come noi che non cambieranno mai
con il fegato a Pinot
l'attesa di Godot
e il cuore di Pierrot
quelli belli come noi che non capireste mai
......
quelli brutti come voi
non ci fregheranno mai sempre pronti ad un 'emozione
che non proverete
mai.

(Vecchioni)

giovedì 23 settembre 2010

senza parole!

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Vedere la risata grassa di soddisfazione e l'abbraccio di chi pensa "anche a questo giro glielo abbiamo messo sotto la coda, l'abbiamo fatta franca possiamo fare quello che cazzo ci pare"
mi fa pensare solo a
che paese.....di nani!!!
Bleahhhhhh!!

martedì 21 settembre 2010

lo sai che....


.............scrivo una cosa così, e giuro, non faccio più un cazzo!!



Andammo i pomeriggi cercando affiatamento,
scoprivo gli USA e rari giornaletti.
Ridesti nel vedermi grande e grosso coi fumetti,
anch' io sorrisi sempre più scontento.

Poi scrissi il nome tuo versando piano sulla neve
la strana cosa che sembrava vino,
mi aveva affascinato il suo colore di rubino:
perchè lo cancellasti con il piede?

La scatola meccanica per musica è esaurita,
rimane solo l' eco in lontananza,
ma dimmi cosa fai lontana via nell' altra stanza,
ma dimmi cosa fai della tua vita.
O sera, scendi presto! O mondo nuovo, arriva!
Rivoluzione, cambia qualche cosa!
Cancella il ghigno solito di questa ormai corrosa
mia stanca civiltà che si trascina.

Poi piovve all' improvviso sull' Amstel, ti ricordi?
Dicesti qualche cosa sorridendo;
risposi, credo, anch' io qualche banalità scoprendo
il fascino di un dialogo tra i sordi.

Tuo nonno era un grand' uomo, famoso chissà cosa,
di loro si usa dire "è ancora in gamba".
Mi espose a gesti e a sputi quella "weltanshauung" sua stramba
puntando come un indice una rosa.

Malinconie discrete che non sanno star segrete,
le piccole modeste storie mie,
che non si son mai messe addosso il nome di poesie,
amiche mie di sempre, voi sapete!
Ebbrezze conosciute già forse troppe volte:
di giorno bevo l' acqua e faccio il saggio.
Per questo solo a notte ho quattro soldi di messaggio
da urlare in faccia a chi non lo raccoglie.

Il tuo patrigno era un noto musicista,
tuo padre lo incontravi a qualche mostra.
Bevemmo il tè per terra e mi piaceva quella giostra
di gente nelle storie tue d' artista.

Mi confidasti trepida non so quale segreto
dicendo "donna" e non "la cameriera".
Tua madre aveva un forte mal di testa quella sera:
fui premuroso, timido, discreto.

E tu nell' altra stanza che insegui i tuoi pensieri,
non creder che ci sia di meglio attorno:
noi siamo come tutti e un poco giorno dopo giorno
sciupiamo i nostri oggi come ieri.
Ma poi che cosa importa? Bisogna stare ai patti:
non voglio il paradiso né l'inferno.
Se a volte urlo la rabbia, poi dimentico e mi perdo
nei mondi dentro agli occhi dei miei gatti.

Uscimmo un po' accaldati per il troppo vino nero,
danzammo sulla strada, già albeggiava.
Sembrava una commedia musicale americana,
tu non lo sai, ma dentro me ridevo...

 Guccini canzone delle situazioni differenti



mercoledì 15 settembre 2010

e fu così...


che tutto gli piombò addosso come un elefante dal cielo...

Forse le cose stanno esattamente così: quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso. Quelli che riescono a estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegnano i passi, i gesti e le parole: e tu, contro ogni previsione, sei in grado di ripeterli.

"chiedi alla polvere"
 
che poi vuol dire semplicemente che il miracolo sta nel farti rendere conto che puoi cambiare essere migliore e che puoi fare di più.....
allargare gli orizzonti.

fsn.

domenica 12 settembre 2010

sai zio....


in casa ci sono due adulti,
La mamma  e la nonna.
Due bambini io e Giulio e....
e poi ci sei tu
che insomma sei un adulto
ma giochi con noi come un bambino.



venerdì 10 settembre 2010

URLO!

 Ho sempre trovato molte assonanze tra Ginsberg e Pasolini.
Il loro modo di contestare la società. Espresso anche in forme diverse, manifestato però attraverso il solito mezzo della poesia.
Certo è che mentre la rivoluzione sociale neli Stati Uniti negli anni 60 era già in atto o comunque era in anticipo rispetto a noi, e là il clima di rivoluzione e cambiamento  attuava già una profonda trasformazione,
qui le manifestazioni pacifiste e non violente di New York erano una meta da raggiungere.
Inoltre la contestazione sociale, così come si presentava all'epoca negli Stati Uniti era una sorta di novità...estranea alla loro storia, mentre da noi la stessa si portava dietro un tradizione difficile da superare
....."Caro, angelico Ginsberg, ieri sera ti ho sentito dire tutto quello che ti veniva in mente su New York e San Francisco, coi loro fiori. Io ti ho detto qualcosa dell’Italia (fiori solo dai fiorai)... queste sono state le nostre chiacchiere. Molto, molto più belle le tue, e te l’ho anche detto il perché...Perchè tu...sei costretto a inventare di nuovo e completamente – giorno per giorno, parola per parola – il tuo linguaggio rivoluzionario. Tutti gli uomini della tua America sono costretti, per esprimersi, ad essere inventori di parole ! Noi qui invece (anche quelli che hanno adesso sedici anni) abbiamo già il nostro linguaggio rivoluzionario bell’e pronto, con dentro la sua morale. Anche i Cinesi parlano come degli statali”.
PPP 1967 lettera a Ginsberg.

fsn

mercoledì 8 settembre 2010

che.....


strano effetto fa entrare in Tribunale e sentirsi dire :
" ciao newyorkese"

buon secondo anniversario!!


LA VITA AL CONTRARIO


La vita dovrebbe essere vissuta al contrario.
Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete tracchete il trauma è già bello che superato.
Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno.
Poi ti dimettono perchè stai bene, e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione, e te la godi al meglio.
Col passare del tempo, le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono.
Poi inizi a lavorare, e il primo giorno ti regalano un orologio d’oro.



Lavori quarant’anni finchè non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa.
Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare.
Poi inizi la scuola, giochi coi gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finchè non sei bebè.
Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene.
Gli ultimi 9 mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni.
…E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo!



WOODY ALLEN

venerdì 3 settembre 2010

Buongiorno Colombo!

Ma che senso ha vivere se qualcuno ti ha già spiegato la differenza tra una mela e una bicicletta?
Se mordo una bicicletta e faccio un giro su una mela allora scoprirò la differenza.

giovedì 2 settembre 2010

io e New York!


Che cosa mi è rimasto di New York?
Avevo mai visto una città così diversa e contraddittoria? Capace di modifcare il proprio aspetto con la stessa velocità che occorre per attraversare una strada?

Avevo mai avvertito prima che il cambiamento non era soltanto architettonico ma soprattutto sociale e che riguardava lo stesso modo di vivere degli abitanti?

Avevo mai respirato quella sensazione che avrei potuto provare a fare qualsiasi cosa?
Che lì proprio lì avresti la possibilità di scrivere una storia di fumetti, fare un film, scrivere musica, o semplicemente aprire un chiosco di granite?

Tutto questo è Manhattan.
Al di là dei grattacieli, dei musei, dei parchi, è lo spirito della città che conquista.
Il rendersi conto di essere in posto dove puoi vedere tutto e tutti senza che nessuno si accorga di te.

Puoi vedere bambini con i capelli a punta di stella, tali e quali a quelli delle "simpatiche canaglie", persone in teatro a Broadway in canottiera e ciabatte, camminare per le strade il Joker, o l'uomo ragno, puoi assistere a spettacoli di ogni genere.
Puoi pensare di recitare in strada una scena di "c'era una volta in America" senza alcuna vergogna.

La cosa più incredibile di Manhattan è che davvero quando cammini per le sue strade alzando gli occhi al cielo credi davvero di poter vedere l'uomo ragno volteggiare sopra la testa.

E' così

a New York puoi vedere tutti senza essere visto da nessuno.


e questo l'ho provato soltanto qui.


fsn

mercoledì 1 settembre 2010

....are exhausted!

 Avrei da lavorare. Ma proprio in questo periodo non riesco a fare niente.
Non mi sopporto. Dieci minuti con me stesso sono sufficienti a mettermi l’uggia.
E’ sempre la solita questione della pancia e della testa.
La prima è “abitare”,  e viene privilegiata a discapito dell’altra che andrebbe portata avanti perchè è il bisogno, il privilegio di ferire, l’ intrecciarsi di radici, uncini, che non ha niente a che fare con il viver sereni.
E per una volta io non sono nel mezzo, anche perchè lì in mezzo non c’è posto.
Mettere tutto nella costruzione di una cosa, curarla cercando di farla crescere, capire che è stata  portata a termine per poi vederla cadere su se stessa  fragile come un castello di sabbia in riva al mare, mi esaurisce. Mi ferisce.
Innamorarsi di una persona è una idea, quasi una intuizione, la vera dimostrazione che esistiamo per qualcosa. Butti giù lo schizzo, e inizi a costruire. La costruzione di un amore mescola il sangue con il sudore se te ne rimane.  Ci vuole tempo, fatica.
Il problema è che quando un amore hai finito di costruirlo devi decidere se abitarlo, e quella è un’altra faccenda. C’è gente che si diverte a costruire solo per poi buttare giù tutto e ricominciare da capo.
Forse sono così anche io, ed è stato un privilegio, ma se non sei tu a buttare giù tutto?
Le ferite che nascono ti esauriscono.
Sembra un gioco crudele, incosciente.
Tra due persone potersi ferire è un privilegio. Se mi ferisci vuol dire che ti importa. Ogni ferita ci mostra la differenza inseparabile di due persone. E’ un peso difficile da sostenere, mentirsi è molto più facile.
 
 
E tutto ció mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso