Visualizzazioni totali

venerdì 17 ottobre 2008

Roger, simpaticamente Rog.

Quando lo vedi giocare ti viene da dire solamente
"Silenzio un genio è al lavoro"
Ogni altra cosa è superflua.
Che cos'è il genio?
Il genio è fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di escuzione,
così lo definisce il Melandri.
Aggiungo la capacita di sorprenderti, di lasciarti senza parole di assistere ad una cosa a cui non potevi pensare.
Ci sono delle volte, quando guardi giocare Rog, in cui la mascella scende giù, gli occhi si proiettano in avanti ed emetti suoni che inducono gli altri che hanno sentito nell' altra stanza a venire a vedere se ti è successo qualcosa. Questi Federer Moments sono ancora più intensi se hai abbastanza esperienza diretta di gioco da comprendere l' impossibilità di quanto gli hai appena visto fare.
La stessa cosa la sciveva Foster, e sono contento che non succeda solo a me.
Chi lo ha visto giocare dal vivo ha detto " una esperienza che rasenta lo spirituale"
Posso capirlo visto l'effetto che fa a vederlo in televisione.
Meglio di me lo ha descritto il giornalista Foster.
La bellezza di un grande atleta è quasi impossibile da descrivere in modo diretto. O da evocare. Il diritto di Federer è una grande frusta liquida, il suo rovescio a una mano può diventare piatto, carico di effetto o tagliato, tagliato con una spinta tale che la palla cambia forma nell' aria e schizza sull' erba ad altezza caviglia. Il suo servizio ha una velocità e un livello di precisione e varietà tale che nessun altro riesce ad avvicinarcisi; quando serve, il suo movimento è sinuoso e diseccentrico, distinguibile (in tivù) solo da un particolare schiocco tipo anguilla che coinvolge tutto il corpo al momento dell' impatto. La sua capacità di anticipazione, il suo senso del campo, sono di un altro pianeta, e il suo gioco di gambe non ha eguali nel mondo del tennis (da bambino, era anche un calciatore prodigio). Tutto questo è vero, eppure niente di tutto ciò spiega veramente qualcosa, niente evoca l' esperienza di guardare quest' uomo che gioca. Di testimoniare, in prima persona, la bellezza e la genialità del suo gioco. Ti devi avvicinare all' essenza estetica per vie indirette, girarci intorno, o come faceva San Tommaso d' Aquino col suo ineffabile soggetto di studio, cercare di definirlo dicendo ciò che non è. <...& Esistono tre tipi di spiegazioni valide per dar conto dell' ascendente di Federer. Una ha a che fare con il mistero e la metafisica ed è, ritengo, quella che più si avvicina alla realtà. Le altre sono più tecniche e più praticabili per un testo giornalistico. La spiegazione metafisica è che Roger Federer è uno di quei rari, soprannaturali atleti che sembrano essere esentati, almeno in parte, da certe leggi della fisica. Esempi analoghi sono quelli di Michael Jordan, che oltre a riuscire a saltare ad altezze disumane era capace di rimanere sospeso in aria un istante o due di più di quanto consentito dalla forza di gravità, e Muhammad Ali, che riusciva a "galleggiare" sul ring e a mettere a segno due o tre diretti nel tempo necessario per assestarne uno. Dal 1960 a oggi di altri esempi del genere ce n' è forse una mezza dozzina. E Federer appartiene a questa categoria, una categoria che si potrebbe chiamare geni, mutanti o incarnazioni divine. Non è mai in affanno o sbilanciato. La palla che si avvicina rimane sospesa, per lui, una frazione di secondo in più di quanto dovrebbe. I suoi movimenti sono sinuosi, più che atletici. Come Ali, Jordan, Maradona e Wayne Gretzky sembra essere al tempo stesso meno solido e più solido degli uomini che affronta. Specialmente nel completo bianco che Wimbledon ancora ama imporre ai partecipanti, Federer appare quello che forse (secondo me) è: una creatura dal corpo fatto sia di carne sia, in un modo o nell' altro, di luce. Questa storia della palla che con spirito collaborativo rimane sospesa lì, rallentando, come se fosse suscettibile al volere dell' elvetico: la metafisica sta q

Nessun commento:

Posta un commento