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sabato 6 febbraio 2010

Le perfezioni provvisorie!

Il titolo è molto bello.
Se infatti è vero che la perfezione non esiste, non si può escludere che per un attimo questa circostanza non si sia verificata.
Solo per un momento e magari te ne rendi conto quando era già passato.
Il romanzo ha poco del legal thriller.  Questo aspetto si riduce a poche pagine di indagine e ad un finale di corsa che si esaurisce in poche righe.
In verità tutto il libro si incentra su continui ricordi di gioventù dell'avvocato Guerrieri e sui dubbi del suo futuro legati al rapporto del protagonista con  tre figure femminili. La ventenne sfrontata, la coetanea e Bari la sua città.
Dove la prima forse rappresenta l'ultima àncora per non "crescere" definitivamente, in antitesi alla seconda, mentre la città con i suoi cambiamenti, non sempre accettati, anzi quasi mai, non è altro che  la "storia" di Guerrieri con la sua inevitabile evoluzione legata a filo diretto con quella del protagonista.
Il libro mi è sembrato meno spontaneo degli altri. Molte situazioni sono simili agli altri romanzi, quasi copiate.
Sembra un libro in alcuni passi, poco sentito dall'autore. Scritto quasi per dovere.
I personaggi non sono ben caratterizzati come negli altri libri. E' abissale la differenza che c'è tra Margherita e Nadia per esempio. Le troppe citazioni di musica film, e i pensieri "filosofici" di Guerrieri sembrano espedienti più che necessità narrative.
Nel complesso non mi ha convinto, non è un brutto libro ma a chi non ha letto nulla di Carofiglio non consiglerei di cominciare con questo.

fsn
 

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