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giovedì 11 marzo 2010

a teatro.


Sentimento; coinvolgimento, interrogarsi, porre a se stessi domande.

Se non è sentimento questo? allora cosa è? 



Sulla scena intanto la commedia continua, i personaggi parlano tra loro rivolgendosi al pubblico e io intanto penso, annaspando sulla poltroncina scomoda del teatro, distratto dalle presenze sparpagliate qua e là e dalle persone che ogni tanto sorridono

lo spettacolo prosegue, insieme al viaggio degli attori, alle loro situazioni, ai loro dubbi, alle loro speranze.



e alla fine, è vero. muore Cristiano e muore Cyrano.



e la cosa mi mette addosso una tristezza, che è la tristezza non tanto, o meglio non solo, della morte dei protagonisti, che si sa alla fine devono morire, perchè così è stato scritto e deciso per loro(da altri aggiungo) ma soprattutto quella  del vedere una cosa bella esaurirsi e terminare condita dal desiderio di vederla ancora e perchè no, in qualche modo, di farne parte. E'  la tristezza  delle cose belle che accadono inaspettate e poi terminano, che è la tristezza delle realtà che non si realizzano, che è la tristezza delle risposte senza domande più di quella delle domande senza risposte.

fsn

1 commento:


  1. Fa male Cyrano, arrivi in fondo e vorresti salire sul palco a schiaffeggiare il drammaturgo il quale, ahimé, non può esser presente causa impegni inderogabili con la Signora con la Falce Fienaia Affilata.

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